
Santa Cruz : il Marchio Californiano che evoca prodotti principalmente gravity oriented ha appena presentato quella che loro stessi definiscono la macchina da Enduro race più veloce della gamma . Alla presentazione della stessa , avvenuta durante il mese di Aprile , ci avevano promesso la consegna di una Megatower CC con gruppo Sram AXS completo e ruote Reserve in anteprima : il massimo possibile per questo modello o comunque il gruppo più innovativo dato il comando Wi Fi !
Finalmente durante il mese di Maggio la “bimba” è arrivata in Pro-M !!! Iniziamo il montaggio : mancano nel kit adesivi verdi forcella , collarino reggisella , cambio AXS , batterie del cambio e reggisella AXS e i relativi carica batterie … non sono più gli Americani di una volta 🙂 Un pomeriggio di fuoco cannibalizzando tutto quello che avevamo già in casa , scassando i maroni agli uomini AMG (gentilissimi e che ringraziamo) , telefonando al Distributore Italiano che si fa in quattro per accontentarci e la Megatower è montata ! Il maltempo e il fondo fangoso però non ci permettono grandi cose e quindi – incrociando con attenzione le previsioni meteoreologiche di vari siti – individuiamo una giornata adatta e ci rechiamo a Stresa per fare , ancora una volta , un tracciato molto vario che ben conosciamo : la Mega del Pescone . Dalla cima Mottarone a Borca e poi un trasferimento sino a Stresa pedalato (1400 mt. negativi / circa 400 mt. positivi e un totale di 37 Km) .
Questa volta sono solo , soletto e questo mi servirà ancora di più a concentrami sul tracciato e sul prodotto che presenta tante cose nuove tutte insieme . Ovviamente la Megatower è stata montata con ABS fork Tune nella forcella Fox 36 Grip 2 e con i “salsicciotti” Vittoria Airliner nelle gomme Specialized Hillbilly e Eliminator da 2.6 : un insieme che ci dona estrema fiducia nella conduzione anche se il fondo oggi è ben più bagnato e scivoloso che in altre occasioni . Hillbilly pensaci Tu 🙂
Parto sul percorso ben conosciuto ed appena percorso la scorsa settimana con altro mezzo : appena il sentiero scende mi accorgo immediatamente che il top tube corto e il reach contenuto mi caricano sull’ anteriore in maniera inusuale ma la sensazione è di avere un avantreno più stabile e preciso del solito : guida all’ attacco come si usa oggi in maniera quasi naturale 🙂 . Le gomme a pressione più bassa , i salsicciotti e l’ ABS fork Tune poi fanno il resto : in discesa è velocissima e passa veramente su ogni cosa con disinvoltura estrema e sicurezza totale nel controllo dell’ avantreno ! Certo il posteriore si muove molto di più che in altre occasioni ma è piacevole e anche i bunny hop su alcuni ostacoli diventano naturali . Nei drop l’ avantreno risulta un filino pesante ma è anche la prima volta che guido la Megatower e mi ci devo ancora abituare .
Il cambio e il reggisella Wi Fi fanno egregiamente il loro dovere : velocissimi e precisissimi come nessun altro sino a oggi ! Le ruote Reserve sono rigide il giusto e l’ assieme corre velocissimo . Nei brevi strappi in salita però la pedalata diventa macchinosa sia per l’ ammortizzatore a molla che si muove abbastanza ma sopratutto per il peso oltre i 15 Kg. con pedali che per certo non aiutano . Una volta raggiunta Borca chiudiamo quindi l’ idraulica dell’ ammortizzatore posteriore e iniziamo la nostra pedalata su strade bianche e asfalto per rientrare a Stresa . Qui ci accorgiamo dell’ assolutà bontà e scorrevolezza delle gomme scelte : se con altri prodotti si pedala a circa 20/22 Kmh con queste – nonostante la pressione più bassa – si viaggia a 24/25 Kmh a parità di sforzo 🙂
Ancora una volta comunque ho potuto constatare come queste ultime realizzazioni di “Endurone 29″ sono talmente prestanti da essere ben al di sopra delle mie possibilità e innalzano quindi le velocità di percorrenza non poco : basta solo stare più attenti perchè la gravità esiste 🙂 Insomma un mezzo che in discesa ha veramente poche rivali e che paga un filino nel pedalato questa vocazione gravity , ma del resto questa è la vera essenza dell’ Enduro di oggi .
Termino confrontando alcuni dati delle due uscite di queste settimane (senza indicare i modelli in relazione ai dati per par condicio) , sperando siano utili , come segue :
Tempo totale : 2h 18′ 19″ 2h 44′ 36″
Tempo pedalato : 2h 06′ 54″ 2h 14′ 53”
Media oraria : 17Kmh 16,2 Kmh
Velocità max : 47,1 Kmh 44,1 Kmh
FC media : 134 bpm 121 bpm
FC max : 167 bpm 167 bpm
Kcal consumate : 1024 937
Come spesso succede i Marchi di nicchia USA finiscono per essere distribuiti da DSB in Italia . Spesso il buon Davide permette alla propria Clientela di provare i prodotti distribuiti ed ecco che un Cliente ci chiede di poter provare la nuova arma da enduro 29″ della Casa di Tempe (AZ) il cui fondatore Chris Cocalis ben conosciamo essendo noi stati distributori del Marchio Titus in passato . In breve organizziamo il test e abbiamo quindi occasione di poter provare su un tracciato a noi familiare – la Mega del Pescone che dal Mottarone scende sino ad Omegna su diversi trails per un totale di ben 1400 mt. negativi / circa 400 mt. positivi e un totale di 37 Km – e quindi che ci permette con facilità di comprendere le caratteristiche salienti dei prodotti.
La Firebird 29″ è montata alla DSB e quindi con ogni ben di Dio : gruppo Sram XX1 Eagle a 12v , freni Hope Tech3 E4 , ruote Industry Nine Hydra con gomme Maxxis Minion DHF da 2.5 , forcella Fox 36 Grip2 da 170mm e ammortizzatore Fox X2 da 162 mm !!! Il colore Beige del telaio con scritte nere ed arancio ha un fascino particolare essendo discreto ma ben individuabile in mezzo alle altre : in due parole la bicicletta “è bellissima” . Una magnifica giornata di sole primaverile poi ci attende a Stresa e si chiacchera amichevolmente salendo con la fune . Una volta lasciata la stazione della funivia facciamo le solite 4 foto di rito e iniziamo a pedalare un brevissimo strappetto asfaltato che ci porterà in cima al Motta .
Ancora qualche foto con il lago d’ Orta sullo sfondo e finalmente inizia la Mega ! Sui primissimi tratti veloci e ben conosciuti apprezziamo subito la rigidità dell’ assieme e la grande scorrevolezza dei mozzi I9 Hydra ; la Firebird scorre velocissima sulle sue ruotone mangiandosi ogni asperità del terreno . Un tratto di singletracks nei pratoni ci permette poi di apprezzare il gran lavoro del carro che sembra letteralmente rimanere attaccato al terreno anche sui brake bumps più importanti . Il tratto seguente che ci porterà all’ Alpe Vermenasca è abbastanza in pendenza a con parecchi sassi smossi e radici dove abbiamo ancor più apprezzato la stabilità della bici e la facilità con cui si muove anche sullo stretto considerando sempre che siamo in presenza di ruote da 29″ .
Dall’ alpe Vermenasca poi tratti sabbiosi e lunghi sterrati ci porteranno sui single tracks sopra alle cascate del Pescone e quindi a proseguire verso Agrano ed infine verso Borca sul lago d’ Orta . In questi tratti abbiamo potuto apprezzare anche il buon lavoro dell’ ottima Fox 36 anteriore e dei freni Hope Tech 3 E4 che abbiamo trovato molto migliorati in confronto alle edizioni più vecchie della stessa Hope. Hanno forse perso qualche cosina in modulabità (che rimane sempre e comunque da riferimento) ma hanno guadagnato quel poco di potenza che forse mancava a precedenti edizioni . In compenso la mancanza dell’ ABS Fork Tune nella forcella ma soprattutto dei “salsicciotti” Vittoria AirLiner nelle gomme tubeless ci obbliga a pressioni d’ utilizzo ben più alte delle nostre abituali e sinceramente ci fa apprezzare ancor di più la bontà del DW-Link e delle geometrie “magiche” della bici . In brevissimo – la bici è sorprendentemente stabile e veloce – arriviamo al lago d’ Orta e non restano che da percorrere i 22Km di strade bianche e asfalto che ci riporteranno a Stresa .
In quest’ ultimo tratto le coperture – che non sono certo tra le nostre preferite – mostrano la loro poca scorrevolezza anche se la pressione più elevata di gonfiaggio aiuta non poco e quindi percorriamo il trasferimento di ritorno con buona lena e in tempi normali . Per certo con coperture più scorrevoli si potrebbe apprezzare meglio l’ ottima pedalabilità della Firebird sempre considerando che siamo in presenza di una MTB da enduro cattivo e non di una front da XC .
Per terminare posso dire che l’ innamoramento delle geometrie e della conseguente guidabilità avuto con la E-Bike di casa Pivot , la Shuttle , è stato del tutto confermato da questa Firebird 29″ !!! Siamo sicuramente in presenza di un prodotto al top delle prestazioni raggiungibili – anzi è persino imbarazzante il margine di sicurezza che il prodotto ci ha trasmesso – da un Utente medio come riteniamo sia buona parte dei Bikers che troviamo in giro sui sentieri e pensiamo che anche i Racers potrebbero ben dire la loro in gare enduro con questa Pivot . Insomma tanta sostanza e una facilità di guida quasi inusuale per una 29″ enduro : gran bel mezzo !!!
Ciao Gianni, ho bisogni di vederTi . Quando posso venire a trovarTi ? Con questa telefonata Enrico (4Guimp) mi comunicava che aveva una cosa da farmi vedere. In pochi giorni arrivava allo Store con una scatola vuota e una E-Mtb con lo strano oggetto montato : la forcella a parallegramma Trust Message nata dal genio di Dave Weagle ! Una forcella in carbonio da 130 mm con due camere d’ aria (una per stelo) e la parte idraulica con controllo della compressione (alte e basse velocità) e del ritorno in basso nello stelo di destra.
Ovviamente avevo visto la Message a fine anno scorso ed erano almeno 3 mesi che cercavo di mettere le mani su un esemplare di tale forcella e ho subito aderito all’ invito di Enrico per la presentazione della stessa e una prima presa di contatto. Quindi caricata la mia Focus Jam2 9.9 sul furgone sono partito alla volta di Genova, monte Gazzo dove si sarebbe svolta la prova .
Nel frattempo inizio a pensare che essendo ormai più di 50 anni che uso forcelle telescopiche ci vorrà parecchio tempo per cambiare le mie abitudini di guida e non senza un certo timore reverenziale verso il nuovo prodotto mi presento quindi a Genova. In brevissimo tempo la Message è montata sulla Focus e accompagnato dall’ amico Michele (unico con una E-Mtb del gruppo) salgo sulla Jam2 e partiamo.
In salita sinceramente non trovo grandissime differenze sino a che non iniziamo a salire su una breve scalinata dove la forcella sembra masticare a dovere i gradini per la verità non altissimi. Frenando la forcella lavora ma la geometria della bici resta completamente invariata. Una volta in cima iniziamo una discesa abbastanza scorrevole e con una serie di curve anche abbastanza chiuse e qui iniziano a emergere le prime positive sensazioni : sarò mica diventato bravo di colpo a fare le curve ??? Poi arrivano alcuni tratti con sassi piantati e alcune roccette in salita da scavalcare. Essendo io un “feticista” di solito passo a fianco delle rocce se reputo di poter toccare il rock guard della E-Mtb sulla stessa per non rovinarlo ma questa volta pensando che la geometria non varierà provo a fidarmi e incredibilmente mi ritrovo in un attimo a scavalcare l’ ostacolo con estrema facilità : incredibile !
Risaliamo e inzio a chiaccherare con Michele del fatto che il mio cervello pensava di metterci più tempo ad assuefarsi alla nuova Message e invece mi trovo già abbastanza a mio agio per di più su sentieri del tutto sconosciuti e con ruote da 29″ che attualmente non sono tra le mie preferite. Michele mi conferma che gli sembra avermi visto fare belle linee molto alte e che guidavo già con una certa fluidità : adulatore 🙂
Seconda discesa un pò più tecnica e rotta e anche qui la sensazione è quella di poter guidare con grande fluidità e sicurezza ! Insomma in circa un’ oretta e mezza ho già una confidenza inusuale con questa nuova forcella : non è cosa da poco !!! Lo scavalcamento di rocce e ostacoli vari diventa quasi una libidine e le linee diventano sempre più dritte andando a cercare passaggi che forse in altri casi avrei magari preferito evitare. La Message anche in questo caso non fa una piega e mi asseconda appieno quasi dicendomi di caricare di più l’ avantreno e di farla correre di più. Siamo però alla prima uscita e preferisco non osare troppo: avrò tempo sui sentieri a me ben conosciuti di provare ad aumentare un pochino il ritmo 🙂
A tavola con l’ uomo Trust – Rob -mi soffermo a complimentarmi per l’ ottimo lavoro di setting fatto e a chiaccherare dell’ ottimo feeling che la forcella mi ha trasmesso e Rob mi conferma che il “Trust effect”, come Lui definisce quello che la forcella trasmette, è realmente molto immediato da percepire. Siamo di fronte ad una rivoluzione nella guida delle MTB ? Questo sinceramente è troppo presto per dirlo dato che ho fatto solo 910 Mt di dislivello però per certo Vi consiglio di provarne una se ne avrete mai l’ occasione senza pregiudizi e il risultato potrebbe essere sconvolgente 🙂
A breve la prova completa, stay tuned !!!
Dal giorno della presentazione della nuova Levo MY 2019 (18 Settembre 2018) con ruote da 29″ ho sempre e solo sentito pareri favorevoli al nuovo formato di ruote adottato da Specialized per la loro E-MTB Trail più venduta che è anche forse la E-MTB più venduta e desiderata in Europa 🙂
Avendo avuto però la possibilità in questi mesi di provare prodotti con ruote 27,5″ x 2.6 mi sono reso spesso conto di come queste altre E-MTB fossero più maneggevoli e facili da girare in condizioni di pietraie, ripidi e tornantini molto stretti nell’ uso prettamente gravity (che forse è anche uno snaturare un pochino l’ uso per cui la Levo è stata immessa sul mercato) . Inoltre se ben ricordate nelle mia prova delle S-Works scrivevo testualmente “sarà per i cerchi in carbonio, per la forcella o per altro ma sinceramente ho preferito la Expert che comunque vada mi risulta più facile da far girare in condizioni difficili” . Forse quella sensazione di difficoltà forse non era data dalla rigidità ma bensì dal formato ruote che non avevo percepito nelle primissime prove della Levo Expert solo perchè testata sulle scorrevoli PS della gara E-Enduro di Bergamo .
Quindi dopo svariati test nelle condizioni più disparate ho avuto la quasi certezza che fossero le ruote da 29″ accoppiate alla diversa geometria della nuova Levo a non adattarsi alle mie esigenze di guida . Sia chiaro sullo scorrevole, nel pedalato veloce e in condizioni non estreme la ruota da 29″ ha la sua valenza e il suo perchè ma quando ne facevo un uso più gravity – forse anche per le mie scarse doti di guida e velocità – ero sempre impacciato in confronto ad altri prodotti con ruote da 27,5″ .
Ed ecco quindi che ho allestito una Levo FSR Comp Carbon con ruote da 27,5″ x 2.6 , forcella Ohlins FXR36 29″ da 160 mm e ammortizzatore Ohlins TTX 22 con flip chip in posizione High . Le geometrie sono variate di pochissimo avendo circa 0,30/0,40 in più di apertura angolo di sterzo e avendo abbassato di soli 3/4 mm l’ altezza del movimento centrale . Però avevo le ruote più piccole pari ad altre E-MTB che avevo usato .
Non restava che la prova sul campo da fare e sinceramente sono bastate poche uscite per capire che avevo fatto bingo in relazione alle mie capacità di guida e alle mie esigenze ! Dopo 4/5 uscite sono andato con degli amici ex-trialisti a fare dei sentieri naturali classicamente Liguri a Sori con parecchi gradini e pietre sia in salita che in discesa e anche con tornantini abbastanza stretti e pendenti .
Ebbene si mi sembrava di avere una Levo più leggera d’ avantreno, più facile da condurre sia in salita che in discesa, meno impegnativa e più giocosa della sorella con le ruote originali 🙂 Il tutto condito dall’ impareggiabile capacità di salire del nuovo motore Specialized 2.1 con Shuttle mode inserito !!!
Insomma forse oggi le nuove geometrie delle 29″/27,5″ Plus o Mid Plus con reach più lungo, angoli di sterzo sempre più aperti, carri più corti e non ultimo un baricentro molto favorevole nelle recentissime e più quotate E-MTB si adattano meglio al mio tipo di utilizzo e conduzione con ruote da 27,5″ Mid plus come la mia nuova Levo Comp Carbon 🙂
Questa ovviamente non vuole essere una presa di posizione nei confronti degli ingegneri Specialized che hanno fatto sicuramente un lavoro eccelso sulla Levo in ottica Trail ma semplicemente un piccolo suggerimento per chi magari vuole fare un uso un filino più gravity della stessa bici secondo il mio modestissimo parere !
Insomma ad ognuno la propria Levo con il formato ruote che più si adatta alle sue esigenze 🙂
Qual’ è la migliore MTB o E-MTB del pianeta ?
Questa è una delle domande più frequenti che mi viene rivolta quando sono in giro sui sentieri, oppure in rete e/o in bottega . Ebbene questa è la classica domanda a cui per fortuna o per sfortuna di chi lo chiede non esiste una risposta vera o certa 🙂
Il perché non esista una risposta è facilmente intuibile per il fatto che in primo luogo ognuno di noi ha capacità di guida diverse da altri, corporatura diversa, forza fisica diversa e percorre sentieri diversi ma soprattutto perché le MTB (o E-MTB) moderne hanno ormai raggiunto un livello tecnico e di sviluppo tale da rendere un prodotto buono per un certo stile di guida e/o utilizzo ma non per un’ altro . Le moderne MTB sono in moltissimi casi il frutto di un’ alchimia costruttiva e di assemblaggio che rasenta la magia 😉 Infatti se avessimo l’ occasione di parlare con un disegnatore di sospensioni o di telai in confidenza lo stesso Vi potrebbe spiegare il concetto che quando si parte da un foglio bianco o per meglio dire oggi da un progetto “SolidWorks ®” bisogna mettere giù quelle che sono le idee da cui nascerà poi la futura MTB che non sempre all’ atto pratico si rivelano poi quello che ci si aspettava sul campo … Spesso si tratta di sfruttare le proprie conoscenze ed esperienze in ambito ingegneristico e meccanico ma solo il campo dirà poi se l’ idea era quella giusta al 100% oppure se si rivelerà un flop . Inoltre gli ingegneri che disegnano , assemblano e compongono le nostre amate biciclette da montagna pur essendo dotati di tecnologia per disegnare al meglio il telaio , purtroppo per gli Utenti finali , sono spesso pressati dalle case costruttrici per cui lavorano a immettere sul mercato prodotti ancora acerbi o comunque non testati per il tempo dovuto (in campo E-Bike negli ultimi anni questo è risultato ancor più evidente : business is business 🙂 ) . Risulta quindi facile il comprendere che nemmeno per Case costruttrici di grandi dimensioni – ne tanto meno per le piccole – il risultato finale sia certo ed inequivocabile in partenza: è influenzato da tali e tanti fattori che l’ alchimia giusta alla fine della trafila di progettazione , disegno , prototipazione , test e infine produzione nessuno la può prevedere con assoluta certezza .
Come muoversi quindi all‘ atto della scelta della propria MTB ? Sinceramente in un mondo perfetto sarebbe necessario provare e ri-provare i prodotti a cui si è interessati per un lungo periodo al fine di poter valutare al meglio quello migliore per ognuno di noi ma purtroppo questo mondo perfetto non esiste e quindi bisogna muoversi in altro modo . Le prove denominate pomposamente “tester day” o altro all’ atto pratico si rivelano utili solo alle Aziende poiché un test di pochi minuti non ci permetterà mai di valutare appieno le reali bontà o meno del prodotto ma in compenso ci entusiasmeremo non poco per il giocattolo nuovo – trattandosi di giocattoli e non di prodotti di prima necessità ed essendo noi degli eterni bambini – con il risultato che spesso il nostro giudizio verrà falsato da questo iniziale entusiasmo . Ritengo quindi che la prima cosa da considerare è che non esiste un Marchio di biciclette migliore di altri ma che esistono comunque alcuni Marchi che per dimensioni, storia, tradizione, disponibilità di denaro e conseguentemente attrezzature per la ricerca e la prototipazione possono partire con basi più solide di altre . La seconda cosa molto importante è il valutare con attenzione la tipologia d’ uso che andrete a fare con la Vostra MTB e quindi non lasciarsi mai affascinare dal colore o dalle linee della bicicletta ma definire quale sarà la tipologia di bicicletta adatta al Vostro utilizzo . Per fare un esempio chiaro – estremizzando un po’ il concetto – è del tutto inutile acquistare una bicicletta da downhill per poi girare nei parchi cittadini e viceversa è addirittura pericoloso usare una MTB front su piste da discesa .
Ultimo ma non meno importante è l’ aspetto commerciale da considerare all’ atto dell’ acquisto : ovviamente ci sono Marchi che mantengono più di altri il loro valore nel mercato dell’ usato mentre molti altri Marchi, anche se hanno prezzi d’ acquisto iniziale che sembrano di gran lunga migliori, hanno poi il problema che in caso di rivendita sul mercato dell’ usato risultano molto meno appetibili dei Marchi più blasonati come in tutti i settori del commercio e non solo delle biciclette .
Sperando di aver chiarito ad alcuni di Voi molti dei dubbi che ci si pongono al momento dell’ acquisto del Vostro nuovo giocattolo mi auguro che abbiate la fortuna di incontrare la MTB dei Vostri sogni al più presto possibile 🙂
Come molti di Voi sapranno non sono certo un Biker di primo pelo 🙁 e oltre a questo ho la possibilità di poter confrontare molti dei prodotti presenti sul mercato appena essi arrivano sul mercato stesso o poco più avanti nel tempo . Questo breve cappello è doveroso per far comprendere che il mio entusiamo – oserei chiamarlo innamoramento – per la Pivot Shuttle è in qualche modo genuino e giustificato da esperienze di tutti i tipi ! Nessuna altra E-Bike – a mio personalissimo modo di vedere – mi ha mai concesso emozioni e divertimento come questa Shuttle ! Ricordo ancora con la pelle d’ oca quel tornantino sul ripido affrontato spazzolando il sentiero con il posteriore o quella curva in uscita dal Rocul (uno dei sentieri dei Lupi del Cornaggia) percorsa su un binario ad una velocità per me irraggiungibile con altre E-Bike : questo significa innamorarsi / emozionarsi per un prodotto che a livello di divertimento generale secondo il mio parere non ha veramente uguali nel mercato attuale e sino a che non uscirà un prodotto più performante 🙂
Ma ora Vi elencherò le miei impressioni vere e proprie – in maniera più composta – come segue :
Estetica : cara la mia “bimba” è vero che ci sono alcune altre più snelle di Te in giro ma ricordaTi che anche sei hai le t…. scusate … il tubo obliquo leggermente più grosso di alcune altre le Tue forme sono comunque bellissime ed aggraziate 🙂 E poi ricordaTi di tutto ciò che abbiamo fatto insieme e del godimento assoluto che mi concedi quando Ti “cavalco” !!! Per me rimani sempre la più proporzionata e bella del pianeta 🙂 Ovviamente sto parafrasando per ridere un pò … La soluzione di integrare una batteria Shimano esterna nell’ obliquo ha obbligato i tecnici Americani ad ingrossare un filino l’ obliquo stesso nella parte bassa ma il risultato è comunque gradevole e ben disegnato. Insomma non è forse la più bella del pianeta ma poco ci manca e in più potete sempre portarVi una batteria supplementare nello zaino che invece con altre non è così facile da portare 🙂
Posizione di guida : sono un fautore delle biciclette compatte e questa Pivot mi è piaciuta sin dal primo momento anche se il top tube della Medium che ho provato non è propriamente corto dato che misura 62,05 cm . Le sue quote geometriche sono sulla carta particolari ma in ogni caso, sarà per il feeling di guida unico, generato da una perfetta alchimia impossibile da replicare, mi sono trovato a mio agio sin dal primo momento .
Sospensioni : forcella e ammortizzatore Fox Factory con trattamenti Kashima garantiscono un’ affidabilità e una qualita sospensiva da me ben conosciuta . Anche se la corsa è settata rispettivamente a 150 mm sulla 36 all’ anteriore e 140 mm sul carro DW Link® al posteriore non ho sinceramente mai avuto la sensazione di avere necessità di escursioni maggiori ma anzi ho trovato le sospensione particolarmente ben tarate e con una lavoro in sincrono tra anteriore e posteriore veramente invidiabile ! A ri-conferma di quanto sopra le miei ginocchia – abbondantemente malandate dopo un’ usura di ormai più di 55 anni di fuoristrada – quando scendo dalla Shuttle sono ben più “in ordine” che in altre occasioni . Certo all’ inizio erano parecchio legate e poco scorrevoli ma è bastato percorrere un centinaio di Km e intervenire leggermente sulle tarature per avere quello che desideravo : una macchina che inghiotte tutto quello che trova sotto le ruote con una facilità e compostezza sino ad ieri sconosciute !
Salita scorrevole : nulla di particolare da segnalare se non un certo bobbing del carro posteriore che può essere facilmente minimizzato con l’ uso del registro di compressione dell’ ammortizzatore . Anche tutto aperto comunque il carro si lascia pedalare con facilità e il movimento della sospensione è avvertibile solo se si osserva il carro stesso … Insomma si pedala abbastanza bene in ogni condizione .
Salita tecnica : il carro molto corto (436 mm) e l’ inclinazione del tubo sella di 74,25° ne fanno una buona scalatrice senza però eccellere nel superamento di ostacoli di una certa dimensione . Insomma in quest’ ambito ho trovato altre E-Mtb che si comportano meglio .
Single-track : agile, divertente e precisa ! Direi che non si può chiedere di più ad una E-Mtb che forse anche grazie al peso contenuto in soli Kg. 19,900.- si muove sui sentieri con una facilità sconosciuta ad altre E-Bikes !
Discesa scorrevole e fluida (veloce) : forse anche per l’ angolo sterzo di 65,8° e per la notevole rigidità dell’ insieme per quanto mi riguarda posso veramente dire che si comporta come se fosse su un binario : nessuna altra E-Mtb mi ha dato da subito la stessa confidenza e sicurezza che questa Shuttle mi ha concesso ! A tal proposito ricordaTe l’ uscita dal Rocul che Vi ho raccontato all’ inizio 🙂
Discesa tecnica e stretta : forse il momento che più trasmette una sicurezza ed una facilità sconosciuta alle altre ! Gira in un fazzoletto, copia ogni asperità anche a basse velocita, spazzola le curve come nessun altra ! Insomma divertimento puro sia che si percorrano pietraie o ripidoni con curve strette e tornantini che si affrontano con una facilità disarmante !!!
Frenata : la nota dolente . Premetto che mi piacciono i freni on/off e questi Shimano XT a 4 pistoncini non mi sono proprio piaciuti del tutto . Sarà per i dischi freno (oltretutto dotati di sistema d’ aggancio center lock) o per l’ accoppiamento dei dischi stessi alle pastiglie ma sinceramente la potenza espressa dagli stessi mi è sembrata sottodimensionata alle prestazioni della Shuttle .
Rigidità : a parte le ruote in alluminio di ottima fattura costruite da Dt Swiss che sicuramente non sono rigide come delle ruote in carbonio – ma forse è meglio così – direi che siamo veramente ai massimi livelli di rigidità oggi presenti sul mercato .
Dotazione : motore Shimano Step E-8000 , batteria da 504 Wh , gruppo XT Di2 (elettronico) completo , ruote DT Swiss / Pivot custom EB 1550 , reggisella Fox Transfer da 150 mm e manubrio in carbonio Pivot da 780 mm montati su un telaio full carbon (incluso il carro con sistema DW-Link® su cuscinetti maggiorati) ne fanno una vera E-Mtb top di gamma .
Finiture : ottima verniciatura Blue e Gialla con finitura opaca ben disegnata e con buona resistenza ai graffi . Accoppiamenti delle parti in carbonio molto buoni e integrazione della batteria ne fanno una macchina molto piacevole e ben fatta .
Valutazione rapporto qualità/prezzo : un’ unico equipaggiamento al top per una macchina esclusiva e il prezzo di € 9999,00.- pur molto elevato è giustificato dal divertimento e dalla qualità di guida che la Shuttle Vi regalerà ad ogni uscita . Certo, sono molti soldi ma il divertimento e le emozioni quotidiane che Vi verranno concessi dalla Shuttle alla fine sono altrettanto esclusivi !
Note finali : ovviamente non si può avere tutto e a parte i freni, come già detto sopra, non potentissimi devo segnalare la rumorosità del motore Shimano che risulta inizialmente fastidiosa sino a che non ci si fa l’ orecchio ma forse la vera pecca nell’ utilizzo è il firmware motore dei tecnici Giapponesi che, non permettendo la personalizzazione del livello ECO, ha consumi più elevati se comparati ad altre unità motrici / batterie di pari Wh . Io stesso e qualche Utente più attento potremmo segnalare che con un tuning il problema è facilmente risolvibile in quattro e quattr’ otto ma sinceramente è incomprensibile questa autocastrazione dei tecnici Giapponesi per il loro miglior motore !!! Da segnalare anche la non del tutto semplice e/o intuitiva sostituzione con una batteria supplementare (bisogna svitare 10 viti e perder circa 5 minuti) che rimane comunque possibile . Tutto ciò è comunque ampiamente compensato dal fatto che come già detto è tra le più belle del mercato , per quanto mi riguarda è la più emozionante e divertente che io abbia mai provato , è tra le più leggere del mercato , ha un’ equipaggiamento da sogno , un motore tra i più piccoli , leggeri, impermeabilizzati e prestanti del mercato ma soprattutto Vi farà sentire un Biker migliore grazie alla sua facilità di conduzione e alle prestazioni eccezionali !
Insomma se volete emozionarVi nella guida come non mai e innamorarVi di una E-Bike questa Shuttle potrebbe essere la Vostra compagna preferita per parecchio tempo 🙂 🙂 🙂
Questa mattina sono stato sollecitato da un amico a scrivere di cose che ritenevo ovvie e scontate nel mondo E-Bike come ad esempio dello sporco che si accumula nei carter motore – di tutte le Marche nessuna esclusa – o il fatto che un motore per E-Bike sia rumoroso 🙂
I più attenti e riflessivi penseranno che io stia scrivendo cose ovvie, come detto sopra, e che stia perdendo tempo ma nell’ ultimo periodo l’ incompetenza degli Utenti ed anche di alcuni addetti ai lavori ha generato discussioni infinite sui social al riguardo di quanto elencato sopra ed ecco che l’ amico mi ha suggerito questa riflessione su un prodotto, l’ E-Bike appunto, che è ben diverso dalla bicicletta tradizionale e/o da una motocicletta .
Sembra incredibile che alcuni non abbiamo compreso o non vogliano comprendere che un’ E-Bike è mossa da un motore che assiste la pedalata e non dallo Spirito Santo 🙂 Un motore, quale organo meccanico, produce degli attriti – ricordo che lo zero in meccanica non esiste ! – e di conseguenza del calore . A questo punto il dover leggere che un motore è rumoroso oppure che dalle fessure di sfiato dei carter – che ogni E-Bike possiede al fine di smaltire eventuali eccessi di calore – entra della sporcizia sinceramente mi lascia perlomeno perplesso … direi che sono cose normali e ovvie, scusate se mi ripeto ancora una volta !
Tutto questo chiacchericcio che spesso sfocia in veri e autentici flames in internet è veramente necessario ? Non è che forse noi tutti abbiamo perso il senso della misura delle cose e della realtà ? Non spetta ovviamente a me giudicare nessuno ma sinceramente il pretendere da un motore l’ assoluta silenziosità o che sia meno rumoroso di altri mi sembra veramente una cosa poco plausibile : al limite se ritengo che un motore sia troppo rumoroso mi rivolgerò ad un’ altra Azienda che produce motori più silenziosi oppure pedalerò una bella bicicletta tradizionale risolvendo almeno in parte il problema dato che c’ è sempre la rumorosità delle gomme sul terreno da dover supportare 🙂 🙂 🙂
Che dire poi della presunta sporcizia che entra dagli sfiati dei carter ? Semplicemente che dove c’ è un buco, una fessura da li può sempre e comunque entrare dello sporco senza per questo dover gridare al complotto o alla cattiva progettazione del prodotto stesso !
Cosa fare è secondo il mio modesto parere molto semplice : prendere atto che abbiamo scelto di usare / acquistare un giocattolo meraviglioso ma allo stesso tempo diverso da altri che necessita di attenzioni e di manutenzioni dedicate e appunto diverse da altri giocattoli . In cosa si traduce tutto ciò ? Semplicemente nel rispettare alcuni semplici regole come l’ effettuare un accoppiamento degli organi meccanici che compongono l’ E-Bike per almeno 200 / 300 Km e poi valutare con attenzione e l’ assistenza di un tecnico se la rumorosità rientra nei normali parametri del motore oppure il fatto di dover rendersi conto che in presenza di uscite in fuoristrada sarà necessario periodicamente un’ attento smontaggio del motore con relativa pulizia dei carter e del motore stesso meglio se effettuato da personale tecnico competente che nell’ occasione farà anche un tagliando generale alla Vostra E-Bike .
RicordateVI state giocando con una E-Bike e non con una bicicletta tradizionale !
Dopo più di un mese dalla sua presentazione e dopo aver percorso circa 300 Km in tutte le condizioni possiamo dire che la nuova Specialized Turbo Levo è veramente una E-MTB da dover considerare come un benchmark nel suo segmento . Abbiamo avuto l’ occasione di provarla su percorsi prettamente Enduro e su percorsi alpini nonchè su sentieri preparati come quelli dell’ alto Vergante Bike Arena . I modelli su cui siamo saliti sono la Expert, la S-Works e la Comp (per un brevissimo test) : ci concentreremo quindi sulla versione S-Works che è quella che attualmente abbiamo ancora tra le mani e che sicuramente rappresenta lo stato dell’ arte della gamma .
Ma veniamo subito al sodo :
Estetica : forse la E-MTB più desiderata dagli Italiani 🙂 Insomma in una sola parola : STUPENDA !!!
Posizione di guida : ancora una volta sembra di esserci sempre stato sopra sin dal primo minuto ! La taglia Medium per me che sono alto mt. 1,76 è ancora una volta perfetta (del resto ricalca in toto la Stumpjumper) . Vi rimando al precedente testo scritto nel blog per i dettagli : https://www.pro-m.com/first-ride-specialized-turbo-levo-expert-2019/
Sospensioni : la S-Works è equipaggiata con una forcella FOX 36 Factory con cartuccia GRIP2 da 150 mm specifica per E-MTB e da un ammortizzatore Fox Float che però abbiamo sostituito sin dal primo momento con un Ohlins TTX22 a molla da 150 mm . La forcella è il riferimento della gamma Fox e l’ abbiamo trovata ancor migliore – soprattutto nella fase iniziale – grazie all’ inserimento dei polimeri ABS Fork Tune mentre l’ Ohlins posteriore, accoppiato al nuovo carro FSR, è veramente il massimo che un normale Utente, come io sono, possa desiderare oggi : fluido, perfetto nel pedalato, copia anche le foglie e conferisce al carro una capacità di assorbire tutto ciò che passa sotto alle ruote in maniera imbarazzante !
Salita scorrevole : il nuovo motore 2.1 di Specialized – come già avevamo intuito sin dal primo momento – è INCREDIBILE !!! Anche in questo caso abbiamo leggermente ridotto i settaggi di serie per ECO e TRAIL per avere un’ assistenza più adatta alle nostre pur modeste prestazioni fisiche . Il nuovo “shuttle mode” – inseribile da APP e regolabile sino al 100% – ci ha permesso di salire su svariati Km di salite asfaltate e/o sterrate a velocità del tutto inusuali per le altre E-Bike e con un minimo sforzo sia in ECO che in TRAIL per non parlare del TURBO che spesso abbiamo ritenuto inutile usare ! In pratica con lo Shuttle mode al 100% basta scegliere il giusto rapporto del cambio, appoggiare il piede sui pedali a far roteare le gambe senza quasi sforzare nemmeno e Vi ritroverete a percorrere salite asfaltate con pendenze comprese tra 5% e 8% a velocita prossime o superiori ai 20 Kmh !!! !!! !!!
Salita tecnica : come per le salite scorrevoli il motore 2.1 accoppiato allo Shuttle mode Vi permetterà di salire su pendenze impossibili anche usando il solo ECO semplicemento spingendo leggermente sui pedali e concentrandoVi sulla miglior linea da seguire per poter scavalcare ogni cosa ! Il carro posteriore rigido, l’ efficienza del sistema FSR e dell’ ammortizzatore Ohlins non hanno veramente uguali . La velocità sempre molto maggiore a quanto ci si aspetti aiuta poi a superare ostacoli anche importanti avendo però l’ attenzione e la tecnica necessaria per non toccare con le pedivelle e caricando il peso centralmente per non perdere aderenza con la gomma posteriore (in questo caso la Butcher di serie) .
Single-track : le ruote Roval SL in carbonio con gomme da 29″ x 2.60 (gomme Butcher originali) danno alla S-Works una guidabilità molto alta anche se in presenza di tratti con sassi smossi ci siamo trovati più in difficoltà per l’ estrema reattività e precisione dell’ insieme . Come per le altre versioni provate l’ equilibrio generale poi Ti trasmette una sensazione di sicurezza incredibile e in alcuni momenti si percepisce chiaramente che la velocità di percorrenza in discesa – ma anche in salita – aumenta non di poco nei confronti di altre E-MTB . La maneggievolezza è sempre molto alta a condizione che le velocità di percorrenza non siano troppo basse nel qual caso la rigidità dell’ insieme mette addirittura in difficoltà .
Discesa scorrevole e fluida (veloce) : un fulmine, precisa e scorrevolissima ! Penso, come già ho avuto modo di dire, che ben poche altre E-MTB possono competere con questa nuova Levo S-Works sul veloce a parità di rider .
Discesa tecnica e stretta : sarà per i cerchi in carbonio, per la forcella o per altro ma sinceramente ho preferito la Expert che comunque vada mi risulta più facile da far girare in condizioni difficili .
Frenata : i freni sono gli Sram Code RSC che ci hanno sempre servito in maniera egregia anche se ad onor del vero abbiamo usato sin dall’ inizio pastiglie Billet e dischi Braking che alzano notevolmente la capacità frenante dell’ impianto stesso .
Rigidità : la rigidità è sempre da riferimento e in questo caso persino eccessiva per noi comuni mortali a causa di ruote e forcella sin troppo performanti per le velocità da noi abitualmente raggiunte … certo che un Biker migliore di noi penso apprezzerebbe non poco 🙂
Dotazione : ineccepibile anche perchè – per nostre esigenze di prova e di avere dei corretti riferimenti – abbiamo sostituito il perfetto Sram XX1 a 11V con un 12V Eagle che all’ atto pratico si è rilevato quasi inutile nell’ uso di tutti i giorni : forse gli ingegneri Specialized la sanno più lunga di noi 🙂 La nuova batteria da 700Wh è veramente infinita per le nostre possibilità e siamo spesso arrivati a fine giro distrutti fisicamente ma con ancora svariate tacche disponibili sul display TCU . Il nuovo motore (-400gr.), il triangolo e il carro full carbon (-800 gr.) permettono di avere una E-MTB dal peso totale di Kg. 20,540.- senza pedali . Insomma una E-MTB come la S-Works è quasi naturale che sia considerata la vera regina delle E-MTB odierne .
Finiture : molto buone e con una speciale verniciatura cangiante (molto fascinosa) che come molte altre vernici speciali è risultata un pochino delicata tanto che abbiamo dovuto sostituire alcune protezioni trasparenti messe da Specialized con del ben più robusto Shelter per non danneggiarla . Comunque bellissima e all’ altezza del prodotto S-Works .
Valutazione rapporto qualità/prezzo : come già detto nel precedente test la gamma è composta da 5 diversi modelli a partire da € 4499,00.- e quindi ognuno potrà trovare la E-MTB perfetta per le proprie tasche anche se gli € 11.299,00.- della S-Works risultano non allineati al nostro mercato . Come spesso accade la FSR Comp ALU e la Expert risultano probabilmente le più equilibrate .
Note finali : come già detto la cosa forse che più ci ha stupito è la velocità in salita permessa dal sistema software “Shuttle mode” che pochi ad oggi hanno considerato ! Mi ripeto ancora una volta dicendo che Specialized ha veramente alzato l’ asticella in un modo incredibile tanto da aprire – come qualche d’ uno ha detto – una nuova era nel mondo E-MTB . L’ equilibrio generale da riferimento ne fa una E-MTB veramente a 360° come è per la Stumpjumper tradizionale che per noi è anch’ essa un vero benchmark del mercato trail . La rumorosità del motore attuale – sicuramente superiore ai precedenti motori Specialized – è evidente ma anche ampiamente sopportabile considerando e potendo godere delle incredibili prestazioni dello stesso !
Terminerò queste mie considerazioni sulla S-Works con la solita frase : “It’s a Stumpjumper … only faster” !!!
First ride Specialized Turbo Levo FSR Comp 🕹️🎸🍺
“Levo comp 2019
Primo giro di confronto con la Levo Comp 2017 (da sempre usata con ruote 29”) .
Remote, TCU, Motore, App tutto bello e/o migliorato. Il motore si sente acusticamente più di prima ma il suono è bello pulito senza risonanze e senza risultare fastidioso: insomma ti ricorda dolcemente perché “you are just faster”, nel caso qualcuno si illudesse…
La cosa assolutamente impressionante è l’handling della bici. Il confronto fatto con stesse gomme (Maxxis DHF 29×2,5+ ProCore), stesso cockpit, pedali, stesso setting del motore è sorprendente ed impensabile. Le sospensioni sono molto sostenute, la rigidità dell’insieme è altissima, la posizione è più centrale. RISULTATI: inserimento in curva fulmineo, grandissima capacità di caricare le gomme generando tenuta e precisione, schizza fuori dalle curve che sembra un front (!!!), si fa pompare con grande efficienza, infine, andando oltre il limite, si fa riprendere all’istante tanto che non fai in tempo a staccare il piede (flat addicted) che è già di nuovo sul binario!!! Nella guida il peso magicamente sparisce, sei libero di fare quello che vuoi, non ti costringe a guidare pulito e lineare!!! Certo ci puoi andare a passeggio, ma non è la sua indole… È una bici da sparo e puoi guidare come nei Film!!!
Amazing!!!
MP “
Finalmente dopo parecchi mesi di attesa è arrivata ! L’ avevano presentata l’ anno scorso con la sigla Project Y e aveva subito suscitato parecchio scalpore e ammirazione per la bellezza delle linee e il peso relativamente basso per quel periodo . Poi è arrivato qualche concorrente con un progetto molto simile con lo stesso motore : il Fazua da 400 watt / 60 Nm e una batteria da 252 Wh .
La scorsa settimana è entrata in Pro-M la prima Paralane2 9.7 e appena possibile mi sono fiondato a fare un giretto che avevo già fatto alcuni anni fa con la Haibike Race e motore Bosch Performance : partendo da Asso sono salito sino alla Colma dal “Muro di Sormano” per poi scendre a Bellagio ed infini risalire sino alla Madonna del Ghisallo e ridiscendere poi di nuovo ad Asso . Il giro si snoda su circa 52 Km con 1350 mt+ e considerando il mio allenamento nullo con la BDC l’ ho affrontato con una certa diffidenza memore anche della precedente uscita fatta con l’ Haibike : non è propriamente una passeggiata nemmeno con una E-BDC !
Ma veniamo alla prova di questa nuova Paralane2 come segue : la sera prima avevo fatto un giretto intorno al monte Stella per verificare che tutto fosse corretto ed avevo subito notato la notevole differenza di spinta del Fazua nei confronti del Bosch Performance o dei motori da E-MTB moderni . Il piccolo e leggero motore Fazua ha un set-up (20 – 38 – 100 %) scelto dai tecnici Focus che è quanto di più simile ci sia ad una BDC tradizionale almeno nei sue primi due livelli d’ assistenza . Arrivo ad Asso, scarico la Paralane2 dal furgone (con 9 tacche disponibili su 10 visto che 1 tacca di batteria me l’ ero giocata la sera prima) e parto subito in salita verso Sormano . Primo livello d’ assistenza, 20% d’ assistenza, e si sale abbastanza bene con un buon passo – circa 11/12 Kmh – poi provo il secondo livello con il 38% d’ assistenza e devo dire che si nota una differenza di spinta ma è ancora tutto abbastanza naturale salvo il leggerissimo ronzio del motore Fazua . In breve raggiungo il bivio per il “Muro di Sormano” e decido di provare a salire sui circa 2 Km. con pendenza media del 17% che mi porteranno in Colma .
Per chi conosce il muro si parte in leggera discesa e passato un ponticello iniziano subito della rampe che raggiunguno anche il 25% !!! Inserisco il terzo livello con il 100% di assistenza motore e la Paralane2 sale con relativa facilità : basta mantenere una cadenza attorno a 40/50 rpm e il motore ci porterà in cima in men che non si dica con uno sforzo comunque abbastanza importante : sto sudando non poco ma la bicicletta sale decisa . Arrivo in cima con ancora 6 tacche sul display : ho consumato circa 3 tacche in soli 2 Km e devo quindi constatare che questo livello si mangia batteria a go-go come del resto tutti i motori elettrici per biciclette a cui si chiede la massima potenza erogabile . Inizia la discesa e spengo ovviamente l’ assistenza mantenendo acceso solo il display a manubrio . Con il motore spento arriverò quindi sino a Bellagio mantenendo velocità in piano sul lungolago abbastanza sostenute – circa 25 / 30 Kmh – grazie alla scorrevolezza della bici e al peso contenuto in circa 13Kg.
A Bellagio mangio un piccolo gelato e riparto quindi in direzione Ghisallo : ho ancora 6 tacche di batteria rimanenti e sulle prime rampe inserisco il secondo livello . Raggiungo Civenna facendo una discreta fatica , le gambe iniziano a risentire dello sforzo e le tacche si riducono a 2 solamente . Entro nell’ ultimo tratto di salita di circa 1,5 Km e si spegne un’ altra tacca ma il problema più grave è che inizio ad avere dei crampi alla gamba destra : mi fermo tento di fare un pò di stretching e spingo la bicicletta per un breve tratto . Risalgo dopo i tornanti e l’ ultima tacca rimasta mi porta alla Madonna del Ghisallo : ormai è fatta ! Ho dolori alle spalle e alle braccia dovuti alla pustura a cui non sono per niente abituato ma le gambe sembrano andar meglio dopo le quasi 2h e 45′ in sella ; faccio qualche foto e proseguo sempre a motore spento verso Asso in discesa . Arrivo al furgone stanco ma felice di aver percorso i 52 Km con sole 8 tacche : la piccola batteria da soli 252 Wh ha fatto il suo dovere !
In conclusione : il motore spinge quanto basta senza essere mai invasivo, la bicicletta è abbastanza leggera e scorrevole, l’ autonomia è sorprendente in relazione al wattaggio di soli 252Wh e considerando il basso peso e le sue ridotte dimensioni è comunque facilmente portabile in uno zaino una seconda batteria . A livello di precisione e guidabilità in discesa mi sono meravigliato di quanto sia facile e precisa la percorrenza delle curve a velocità elevata sempre coadiuvato dagli ottimi freni a disco Shimano Ultegra che non perdono mai in potenza nemmeno dopo ripetute frenate . Per finire il telaio è anche parecchio confortevole e piacevole da condurre . Cosa posso dire di più : è sicuramente la E-BDC che più assomiglia ad una BDC tradizionale ma l’ aiutino Vi permetterà di percorrere percorsi che sino a ieri avevate paura di non riuscire ad affrontare e con due batterie poi il Vostro orizzonte si amplierà così tanto da permetterVi di affrontare avventure sino a ieri sconosciute !
E’ iniziata una nuova era : quella della E-BDC 🙂
Presentata al mondo ufficialmente il 18 Settembre è finalmente arrivata in Pro-M Venerdì 21 !!! Ho subito preso la palla al balzo come si dice e già nel pomeriggio ero a Bergamo con i ragazzi del Team a provare le prove speciali della gara E-Enduro di Domenica . Le aspetttative sulla nuova Levo erano altissime e molti già avevano parlato di una nuova era delle E-MTB … ma andiamo con ordine .
Venerdì circa 30 Km con circa 1000 mt+ , Sabato circa 35 Km con 1200 Mt+ e infine Domenica circa 35 Km con 1000 Mt+
Qui di seguito le nostre prime impressioni (la bicicletta è stata usata da varie persone oltre che da me) :
Estetica : telaio assimmetrico, colorazione avio e rosso da sbavo, linea filante conferita anche da uno standover molto basso ma soprattutto tubo obliquo – che integra la batteria – ancor più piccolo e filante ! Insomma un profano potrebbe tranquillamente scambiarla per una Stumpjumper tradizionale : stupenda !!!
Posizione di guida : come per la Stumpjumper appena ci sali sopra sembra che Ti abbiano cucito la bicicletta addosso . La taglia Medium per me che sono alto mt. 1,76 è ancora una volta perfetta (del resto ricalca in toto la Stumpjumper) . Il “sentire” la ruota da 29″ toccare più volte il fondello sui ripidi – anche per il reggisella con escursione da 160 mm – ha accentuato questa mia sensazione di avere una E-MTB maneggevole come piace a me e l’ equilibrio generale la rende il più vicino possibile alla sorellina tradizionale ! Come sulla Stumpjumper infatti è stato allungato il reach, il carro è più corto che nella precedente versione anche se si sono adottate delle ruote da 29″, l’ angolo sterzo è più aperto e l’ angolo più verticale del tubo sella migliora la pedalata in salita . Infine il Flip Chip, permette di regolare l’altezza del movimento centrale e l’angolo sterzo in un attimo .
Sospensioni : la Expert 29″ è equipaggiata con una forcella Rock Shox Pike RC Debon Air da 150 mm specifica per E-MTB e da un ammortizzatore metrico Rock Shox Deluxe RT3 da 150 mm con tre posizioni in compressione : open, trail & firm . La forcella è, come già detto per la versione della Stumpjumper, molto migliorata in confronto alle vecchie versioni e dopo aver fatto il SAG e regolato il rebound funzionava già molto bene sin dai primi metri. Come per la Stumpjumper l’ ammortizzatore Deluxe RT3 conferisce al nuovo carro FSR una fluidità e un sostegno in pedalata encomiabile; inoltre è molto meno pigro di altri ammortizzatori consentendo di sfruttare facilmente i 150 mm di travel a chiunque e facendo sembrare la corsa del carro quasi infinita .
Salita scorrevole : il nuovo motore 2.1 di Specialized è molto più fluido e garantisce sempre una spinta superiore al vecchio con i settaggi di serie tanto che abbiamo dovuto ridurre sia l’ Eco che il Trail per avere un’ assistenza più adatta alle nostre pur modeste prestazioni atletiche . Il nuovo “shuttle mode” – che oltretutto non abbiamo ancora avuto modo di regolare per bene – Vi farà poi volare a velocità sino ad oggi sconosciute ad altri su salite anche abbastanza impegnative .
Salita tecnica : anche in questo caso la fluidità del motore, la notevole spinta a tutti i regimi di rotazione della pedivelle (lo Shuttle mode aiuta tantissimo quando si frulla con rapporti molto corti), il carro posteriore rigido, un equilibrio generale da riferimento, l’ efficienza del sistema FSR e dell’ ammortizzatore ne fanno veramente un riferimento del settore . Non ho mai avuto la sensazione di “perdere” l’ avantreno nemmeno nelle salite più irte e l’ equilibrio generale ricalca se non migliora la sorellina tradizionale: fenomenale !!!
Single-track : le ruote da 29″ x 2.35 (in origine sono da 2.6) hanno conferito alla nuova Levo una precisione e un’ agilità che poche altre E-MTB ci avevano trasmesso . L’ equilibrio generale poi Ti trasmette una sensazione di sicurezza incredibile e in alcuni momenti si percepisce chiaramente che la velocità di percorrenza in discesa – ma anche in salita – aumenta non di poco nei confronti del modello precedente . Per finire la maneggievolezza rimane sempre molto alta .
Discesa scorrevole e fluida (veloce) : per essere una Levo sembra quasi una Kenevo 🙂 anche se la forcella Pike anteriore non è così precisa e rigida come una Liryk o una Fox 36 . Sicuramente il modello S-Works con forcella Fox 36 e cerchi in carbonio sarà ancora migliore anche se penso che ben poche altre E-MTB possono competere con questa nuova Levo Expert sul veloce a parità di rider .
Discesa tecnica e stretta : se non fosse perchè sai di essere su una 29″ probabilmente non ci crederesti . Il peso contenuto e l’ equilibrio ne fanno una E-MTB vicina alla perfezione anche in questo caso .
Frenata : i freni sono i soliti Sram Code che non ci hanno dato nessun problema nel normale utilizzo se non una certa rumorosità in una discesa molto ripida e lunga che però penso avrebbe messo in crisi anche altri impianti frenanti .
Rigidità : la rigidità è ai massimi livelli anche se paragonata ad altri sistemi di sospensione dato che qui, essendo in presenza di un sistema FSR, abbiamo più infulcri che in altri casi . Stupefacente !
Dotazione : accettabile per una Expert anche se sono spariti i cerchi in carbonio probabilmente per contenere il prezzo (la Expert è forse quella che ha avuto il minor incremento percentuale di prezzo se paragonata al vecchio modello) . Non dimentichiamo comunque la nuova batteria da 700Wh con le nuove celle 21700 (forse unico modella ad averle nel settore E-MTB ad oggi), il nuovo motore più piccolo e più leggero (- 400gr.), il nuovo triangolo in carbonio più rigido e più leggero (-600 gr.) che permettono di avere una E-MTB dal peso totale di Kg. 21,480.- senza pedali . Il nuovo reggisella da 34,9 mm con travel 160 mm a testa dritta, il nuovo display TCU (Turbo Control Unit), lo Swat nel tubo sterzo veramente comodissimo e l’ incredibile equilibrio generale ne fanno comunque un vero gioiello .
Finiture : non abbiamo incontrato molto fango in questi tre giorni di test e quindi al momento la vernicitura risulta molto buona e non abbiamo constatato nessun danneggiamento alla stessa . Il nuovo batticatena si conferma un passo avanti incredibile per quanto riguarda la silenziosità della trasmissione che sembra veramente aver fatto scomparire la catena ! Protezioni in plastica adesiva trasparente sono poi presenti in tutte le zone del carro e del telaio soggette a sfregamenti o/a deposito di sporcizia : i tecnici Specialized dimostrano con questo di averci pensato e noi speriamo siano sufficienti queste protezioni anche in presenza di fango o terreni particolarmente difficili .
Valutazione rapporto qualità/prezzo : la gamma è composta da 5 diversi modelli a partire da € 4399,00.- e quindi ognuno potrà trovare la E-MTB perfetta per le proprie tasche anche se gli € 10999,00.- della versione S-Works risultano non allineati al nostro mercato … ma siamo in Europa . Come spesso accade la FSR Comp ALU e questa Expert risultano probabilmente le più equilibrate .
Note finali : con molta probabilità e buona pace per gli altri penso che Specialized abbia veramente alzato l’ asticella in un modo incredibile tanto da aprire – come qualche d’ uno ha detto – una nuova era nel mondo E-MTB . Nessun altra E-MTB ad oggi offre un’ estetica così integrata e filante pur mantenendo l’ estraibilità della batteria, un’ autonomia incredibile, una spinta vigorosa e sconosciuta ad altri motori di serie (con un tuning le cose possono cambiare anche se non stò parlando di sblocco) ma soprattutto un equilibrio generale che non ha eguali ! Insomma una E-MTB adatta a chiunque e veramente a 360° come è per la Stumpjumper che l’ ha preceduta nelle presentazioni . Certo i prezzi si sono dovuti allineare al mercato Europeo e sono quindi lievitati in maniera sensibile ma come per tutte le cose del mondo nessuna Azienda produttrice di un prodotto da riferimento nel suo mercato è disposta a vendere un gioello al prezzo di un bijoux 🙂 Unica nota negativa un’ evidente aumento della rumorosità che porta la nuova Levo a livello di altri prodotti dato che sino a ieri era sicuramente la più silenziosa presente sul mercato .
Concludo con una frase cara al marketing di Specialized adattata per l’ occasione : “It’s a Stumpjumper … only faster” !!!
Dopo il mio primo scritto (https://www.pro-m.com/i-salsicciotti-dopo-quasi-10-mesi-di-prove-qualche-cosa-posso-dire/) riguardo i “salsicciotti”, come amo chiamarli io, direi che in questi ultimi 7/8 mesi il mercato si è popolato sempre più di nuovi prodotti confermando la grande utilità di questi inserti da interporre tra cerchio e pneumatico per gli svariati motivi che Vi ho già spiegato .
Visto tutto questo non ho mai interrotto le prove di nuovi materiali e oggi siamo arrivati ad avere, come detto, quattro diverse tipologie di materiale e quindi quattro grandi famiglie di “salsicciotti” .
Partiamo dalla famiglia di quelli costruiti con polietilene espanso a celle chiuse ad alta densità – HDPE -(materiale isolante anche usato per tubazioni o similari / galleggianti) . I Marchi più famosi sono PTN by Pepi e Soulciccia : VANTAGGI – facilità di montaggio e smontaggio, peso molto contenuto, costo basso e discreta protezione cerchio . SVANTAGGI – Si deteriorano con gli urti in maniera evidente, protezione cerchio non eccezionale, non permettono di viaggiare a andature normali quando si fora . USO : principalmente XC o Granfondo .
Alla seconda famiglia appartengono invece quelli prodotti con polimeri compressi o EPDM . Il Marchio più famoso è Banger (Mr. Wolf) : VANTAGGI : buona protezione del cerchio, facilità di montaggio, percezione di galleggiamento molto buona, miglior guidabilità con pressioni non superiori a 1.8 atm . SVANTAGGI : peso, fragilità se usati in runflat e costo . USO : principalmente Gravity e E-Bike .
La terza famiglia comprende le mousse o semi-mousse (camera d’ aria interna) che usano normalmente della gomma butile stampata . I Marchi più famosi sono SmartMousse (Mr. Wolf) , SpeedyMousse e TechnoMousse : VANTAGGI : quasi un sistema antiforatura, protezione del cerchio, percezione di galleggiamento buona, miglior guidabilità con pressioni non superiori a 1.5 atm e la NON necessità di dover usare lattice o similari che ci tolgono la necessità di dover fare manutenzione al sistema stesso . SVANTAGGI : peso e costo . USO : solo Gravity e E-Bike .
Ultima, ma non per questo peggiore delle altre, la famiglia dei polimeri che per forma e densità vengono prodotti per questa applicazione specifica . I Marchi più famosi sono Air Liner (Vittoria Gomme) e Cush Core : VANTAGGI : ottima protezione del cerchio, facilità di montaggio e smontaggio (SOLO per Air Liner) , percezione di galleggiamento ottima, durata garantita di almeno 2000 ore e miglior guidabilità (anche in runflat) per chi ne faccia un uso agonistico . SVANTAGGI : costo . USO : XC, Granfondo, Gravity e E-Bike .
In conclusione questi prodotti sono un ulteriore grosso passo avanti al miglioramento della pratica della MTB e spesso Vi salveranno dai problemi dello stallonamento pneumatico, dal bozzare i Vostri cerchi ruota e – solo in alcuni casi – anche dalle forature . Per certo Vi permetteranno di guidare a pressioni più basse con benefici evidenti per i più … e nel malaugurato caso di una foratura / taglio copertura Vi permetteranno di arrivare a casa più facilmente . Spero con questa brevissima sintesi (da profano della produzione e scelta dei materiali impiegati, scusandomi quindi sin d’ ora per eventuali inesattezze nella descrizione dei materiali stessi) di poterVi aiutare a scegliere l’ inserto migliore per l’ utilizzo che andrete a fare del salsicciotto stesso sulla base delle Vostre esigenze reali . RicordateVi sempre che non esiste un prodotto migliore dell’ altro … ma che esiste sempre il prodotto migliore per le Vostre necessità d’ utilizzo prevalenti, il Vostro budget di spesa per questo accessorio e il Vostro stile di guida . Le varianti importanti da considerare – prima di definire con esattezza il prodotto migliore per Voi – sono anche il tipo di pneumatico che andrete ad usare con i salsicciotti, la tenuta / rigidità dei fianchi dello pneumatico stesso e la pressione dell’ aria che userete : la pressione è appunto la variabile più importante nell’ uso pratico degli inserti e ne varia la risposta in maniera importantissima !
Dopo più di 18 mesi di utilizzo dei vari prodotti il mio PERSONALISSIMO verdetto finale è : Air Liner o PTN per uso XC, Air Liner per uso Gravity agonistico e SpeedyMousse per chi usa la E-MTB in modo ludico e non vuole forare o avere problemi con il lattice 🙂
In ogni caso come direbbe il Freak : “Hasta el salsicciotto siempre, Comandante” 🙂
Alcuni di Voi ricorderanno che nel mio primo test della Focus Sam2 (https://www.pro-m.com/first-rides-focus-sam2-ltd/) scritto a fine Aprile 2018 avevo puntato il dito su alcuni componenti che non ritenevo all’ altezza del prodotto e fra questi la forcella Rock Shox Yari da 170 mm e i consumi troppo elevati del pur ottimo motore Shimano Step E-8000 . Ebbene in quest’ultimo periodo mi sono adoperato per migliorare questi componenti e grazie al software E+Plus PRO per il motore Shimano e al kit ABS Fork Tune per la Yari ho ottenuto, con una spesa tutto sommato contenuta, un motore e una forcella che oserei dire essere oggi lo stato dell’ arte dei prodotti in commercio 🙂
Ieri infatti, in occasione di una gita al “magico” alpeggio del Devero ho potuto testare tutte le modifiche fatte e devo proprio dire di aver raggiunto l’ obbiettivo che mi ero prefissato . Grazie al tuning del motore Shimano con cui ho potuto settarmi su misura i 3 livelli d’ assistenza (ECO – TRAIL – BOOST) ho potuto percorrere i circa 850 mt di dislivello positivo con 22 Km circa con una sola batteria da 376 Wh arrivando a fine giro con un residuo di carica del 45% !!! Considerando che sono salito sulle rampe che portano all’ alpe Forno inferiore (chi le conosce sa di cosa sto parlando) senza mai mettere il piede a terra potete anche immaginare che ho usato il TRAIL settato quasi come fosse l’ unica assistenza da usare e nei tratti più ripidi e scassati non ho tentennato nel passare al BOOST !!! Insomma il Freakrider con la sua batteria da 504 Wh e motore Bosch CX con ultima release di software – che è notoriamente più parca nei consumi – ha consumato all’ incirca quanto me : direi INCREDIBILE, ancora una volta, quanto il tuning di un motore elettrico può cambiare le caratteristiche e i consumi dello stesso 🙂
Ancora più incredibili poi – data la semplicità del kit stesso – i vantaggi nella guida dati dall’ ABS Fork Tune per Rock Shox Yari 🙂 Ricordo che quando Alessandro mi ha concesso di provare il primo prototipo del kit, ancora allo stato embrionale della sua costruzione, avevo pensato mi prendesse in giro per la semplicità dell’ oggetto stesso ed invece … Il kit di polimeri montato ha trasformato la “gnucca” Yari in una forcella completamente diversa e paragonabile a una forcella di altissima gamma con una progressione e un sostegno a centro e a fine corsa degni di una forcella DH . Infatti diminuendo la pressione d’ esercizio della molla ad aria si ottiene un carico di stacco molto più morbido e la forcella copia anche le foglie togliendo alle Vostre braccia molto affaticamento e rendendo la forcella molto “pastosa” e progressiva . La scala finale in roccia dell’ ultimo tratto, che ricordavo come un tratto molto tecnico e complesso, è diventata ieri un’ autostrada da percorrere a velocità sin troppo sostenuta per il mio “povero corpicino” e questo è merito solo della confidenza indotta dalla Yari “taroccata” by ABS Tune Fork 🙂
Per terminare avrete capito che ieri mi sono divertito come poche altre volte e ho avuto l’ ennesima conferma di come sia possibile migliorare moltissimo le prestazione della propria E-Mtb o Mtb tradizionale lavorando con attenzione e competenza nella giusta direzione ! Ovviamente per fare ciò è necessario un approccio molto tranquillo e un bel po di pazienza oltre a delle modeste competenze tecniche su cosa esattamente si vorrebbe ottenere dal componente che si va a settare / modificare . Alla Pro-M questa è comunque la parte più bella, interessante e divertente del nostro impegno lavorativo 🙂
Un Cliente mi chiede di provare la nuovissima Mondraker Foxy RR 29″ e quindi mi attivo con Davide in DSB per avere l’ unico esemplare attualmente in test . Finalmente la bicicletta arriva in Pro-M e dopo un accurato controllo esco in zona Milano per avere una prima idea di come vada questa “MAGNIFICA” mtb che secondo i tecnici Spagnoli di Mondraker rappresenta un pò la bicicletta tuttofare con ruote da 29″ .
Dopo questa prima uscita finalmente riesco ad organizzare la prova con Matteo e decidiamo di trovarci a Colazza per usufruire dei bellissimi e conosciuti trails dell’ Alto Vergante Bike Arena .
Al parcheggio guardiamo e fotografiamo la Foxy nella sua livrea Giallo / Arancio che lascia veramente a bocca aperta tanto è bella e filante . Direi che sia veramente difficile trovare Bikers a cui questa mtb possa non piacere !!!
La RR ha forcella e ammortizzatore Fox della serie Factory che lavorano sul carro Zero® e su un telaio in carbonio di pregevolissima fattura. Freni Sram Guide R e ruote DT Swiss con pneumatici Maxxis che non aiutano certo la pedalabilità su asfalto data la scorrevolezza ridotta degli stessi .
Appena si sale in sella si percepisce immediatamente di essere su una Mondraker per il tubo orrizzontale molto lungo e l’ attacco manubrio corto che sono le caratteristiche più distintive della Forward Geometry® di Mondraker . In ogni caso la posizione in sella è piacevole e non crea particolari problemi ma anzi ci si trova subito a proprio agio .
In salita la sospensione Zero® tira fuori tutto il buono del cinematismo e permette un’ ottima trazione anche se personalmente la trovo sin troppo controllata e rigida nei tratti più tecnici anche perchè sono abituato a sistemi più morbidi e meno reattivi di questo dual link full floater .
Una volta arrivati in cima abbiamo imboccato una delle traccie conosciute (la Rana ndr) e sinceramente ci siamo stupiti della facilità di conduzione e delle velocità di percorrenza che la Foxy RR 29″ permette : basta tenere l’ avantreno ben caricato e Lei segue la linea impostata con una precisione da riferimento !!! Una “spada” che permette a chi ha manico velocità di percorrenza sconosciute a altre mtb .
Per concludere direi che la Foxy RR 29″ oltre ad essere veramente bellissima permette a chi ha voglia di spingere in discesa velocità imbarazzanti quasi da bicicletta DH sul veloce senza per questo penalizzare la maneggevolezza nello stretto anche se non abbiamo avuto occasione di percorrere sentieri molto tecnici durante questi primi contatti. Le ruote da 29″ la rendono poi ancora più veloce forse meno nervosa della sorella da 27,5″ . Personalmente cambierei magari le gomme con qualche cosa di più scorrevole per una miglior pedalabilità sui trasferimenti in asfalto in particolare ma questo è molto personale e dipende dal tipo di utilizzo che si vorrà fare della eclettica Foxy 🙂
Ormai da circa 6 anni utilizzo con piacere, e divertimendomi come raramente mi era capitato in passato, le E-Mtb di moltissimi Marchi come Focus, Haibike, Giant, Mondraker, Rocky Mountain, Specialized e Thok tanto per citarne alcuni che montano motori Bosch, Rocky Mountain, Shimano, Specialized by Brose e Yamaha . Insomma ho avuto la fortuna di poter provare di tutto 🙂
Sin dal primo approccio, essendo anche un appassionato di elettronica e tecnologia in genere, ho sempre considerato un’ ulteriore divertimento la personalizzazione del setting dei motori delle E-Mtb e quindi dal primo Bosch Performance Series che ho potuto connettere ad un computer. Poi sono venute le App di Specialized per prima, le App di terze parti, l’ App di Rocky Mountain, il software e l’ App di Shimano e così via . Insomma per me il divertimento e la ricerca della migliore soluzione per ogni tipologia di uscita in E-Mtb cresceva di mese in mese : bellissimo !!! E non ho ancora finito: sono “gasatissimo” dalla partecipazione al corso che avrò la fortuna di poter fare domani mattina !!!
Ma la domanda è : quanto è veramente utile il poter variare il setting di un motore elettrico ? In passato un amico “Maestro” di E-Mtb mi aveva confidato che il software è tutto nella gestione e quindi nelle prestazioni di un motore elettrico ma dato che eravamo ancora agli albori del percorso di personalizzazione dei vari setting motore non avevo dato tanto peso a quell’ affermazione . Oggi a distanza di anni e con tutto lo sviluppo che c’ è stato nel settore Vi posso garantire che l’ affermazione del “Maestro” Franz era ed è l’ assoluta verità ! Con il giusto software o la giusta App oggi è possibile avere 10 tipi di E-Mtb diverse (sullo stesso prodotto) semplicemente cambiando i parametri di percentuale d’ assitenza dei vari livelli, la coppia e la potenza massima erogabile !!! In pratica con la stessa E-Mtb è possibile passare da percorrenze di 30 Km a tutta con 800 Mt+ sino a quasi 100 Km con più di 3000 mt+ con la stessa E-Mtb e la stessa batteria (mettendoci ovviamente molte più gambe) semplicemente variando alcuni valori del setting . Insomma per chi ha voglia di smanettare un divertimento nel divertimento !
E’ ovvio che chi non ama l’ elettronica troverà tutto abbastanza complicato e poco intuitivo ma Vi assicuro che smanettandoci un pochino scoprirete un mondo sino a ieri inesplorato 🙂 E mi raccomando fate un setting alla volta, uscite in E-Mtb senza toccarlo ogni momento e divertiteVi a più non posso: lo scopo dell’ uscita in E-Mtb è guidare la stessa e non fermarsi tutti i momenti con lo smartphone tra le mani ! Avrete comunque tempo una volta terminata la Vostra uscita di riflettere sulle sensazioni dateVi del setting usato e modificarlo di conseguenza ove lo riteniate necessario 😉
Buon divertimento e buone smanettate !!!