Il gusto è soggettivo … La qualità no .
di Fabio Paganelli
Quando ho visto per la prima volta la Chamois Hagar ho subito intuito la sua natura : una della poche gravel che sembra ereditare caratteristiche e soluzioni tecniche direttamente dal mondo MTB hardtail rimanendo comunque vicina alla strada .
Ciò che balza immediatamente all’occhio è il marcato angolo sterzo , ben 66.67° cha apre l’avantreno facendola somigliare quasi ad una bicicletta di inizio 900 .
Il passo è di 1154mm nella taglia Medium provata , il drop del movimento centrale di 80mm ed i foderi bassi con un disegno specifico la rendono stabile senza ridurre troppo la luce a terra , permettendo alla Chamois di calcare qualsiasi singletrack senza troppe difficoltà mantenendo un livello di trasmissione molto alto .
L’allestimento da me impiegato prevedeva un telaio ed una forcella in fibra , un impianto frenante Sram Force con dischi da 160mm , una trasmissione monocorona da 38 denti , una cassetta rigorosamente MTB 10-52 a 12 velocità , un deragliatore posteriore AXS X01 Eagle ed un telescopico AXS Reverb con corsa da ben 150 mm .
Nonostante si siano utilizzate anche le ruote di serie, vivamente consigliate per l’ uso fuoristrada (cerchio in alluminio WTB Proterra Light i23 e coperture di serie Wtb Venture 700 x 50) , la prova si è svolta per la maggior parte del tempo con una coppia di preziosissime Enve SES 4,5 AR carbon con profilo da 49mm all’anteriore e 55mm al posteriore e coperture tubeless meno generose da 700 x 37 .
I percorsi scelti sono stati un mix di segmenti stradali ben conosciuti conditi da tratti off-road non estremamente sconnessi in maniera tale si potesse sostenere la prova senza scendere quasi mai di sella .
Impressioni di guida : ciò che stupisce da subito è la facilità con cui si conduce la Chamois , il suo angolo sterzo estremo non si ripercuote nella guida e l’ equilibrio di tutta la ciclistica diviene facilmente intuibile sin dai primi minuti ; la bicicletta è veloce , comoda e divertente ma soprattutto efficace !
Nei primi tratti di trasferimento verso i circuiti da me scelti noto subito una spiccata capacità di trasmissione della graveldi di Evil Bikes che rende la Chamois molto veloce anche sui tratti d’asfalto , facendomi quasi dimenticare di essere su di una bicicletta capace anche di solcare terreni ben più complessi e tortuosi .
Stupisce la velocità con cui si rilancia durante la varie ripartenze ed il peso leggermente superiore ad una bici da corsa (siamo attorno agli 8 Kg.) la rende estremamente performante nei cambi di velocità sopra i 30 orari facendola correre come una vera specialissima !!!
Il punto di “rottura” sui tratti d’ asfalto diviene la copertura che , gonfiata a 4.5 bar , risulta poco rigida per il nastro d’asfalto a vantaggio però di un confort senza eguali .
Giunto sul circuito misto da me scelto ero già divertito da questa ibrida che è tanto modaiola ma sa regalare un piacere di guida non condizionato da continui estenuanti Kom .
Arriviamo quindi nei nostri amati sentieri , scelti per la prova e non particolarmente insidiosi , ed emergono subito le caratteristiche da ruote grasse della Chamois : trasmissione monocorona con un 10-52 da mountain , telescopico con escursione da ben 150mm e manubrio rigorosamente in presa bassa la rendono un piacere portandomi a sorridere divertito senza preoccuparmi di alcun traffico stradale .
In fuoristrada non ho nessuna difficoltà nei tratti di salita dove la ruota posteriore rimane sempre ben attaccata al terreno mentre in discesa è ovvio che l’avantreno privo di forcella ammozrtizzata la penalizza un pochino non per quanto riguarda stabilità e guidabilità ma nel confort trasferendo alle spalle qualche vibrazione in più di una classica MTB .
I tratti di ciottolato e pavè vengono superati egregiamente permettendomi di rientrare divertito da una pedalata non particolarmente lunga ma che per varietà di terreni affrontati sembra ben più prolungata .
Una piccola nota a chi utilizza attacchi SPD ed ha una evasione radiale marcata verso l’ interno da parte dei talloni : la Chamois ha un carro posteriore che allarga verso i 142 mm della battuta mozzo ad un’ altezza tale dove è facile urtare i talloni durante le pedalate più intense … Attenzione ai pedalatori con piedi importanti .
Concludo senza soffermarmi sull’utilità o meno di una gravel ma , in questo caso , Evil Bikes si distingue per un prodotto esclusivo , oculato e coerente nei sui contenuti tecnici il quale vanta ,a mio parere , un’ efficacia invidiabile .
Evil Chamois Hagar … Il gusto è soggettivo , la qualità no !!!