Megavalanche all’ Alp d’ Huez .

26, 27, 28 e 29 Luglio 2000 – La più bella e divertente downhill marathon d’Europa .

 

Mercoledì 26 luglio 2000 – In viaggio verso l’Alpe d’Huez 

 

Il buongiorno si vede dal mattino …..

Partiamo da Pro-M con furgone Ducato (Pro-M Team machine) e Opel Vectra del Dr. Lecter alle ore 18:15 circa. Passiamo a prendere l’Anfe a casa e finalmente entriamo in autostrada in direzione Torino, da fare 318 km.

Dopo nemmeno 50 km sento un sinistro rumore dal motore del Ducato : forse ho rotto la marmitta.

 

Rapida chiamata sul cellulare di Alberto e fermata alla prima piazzola. Scopriamo immediatamente che il motore ha sputato la candela del secondo cilindro. Riavvitiamo la candela ormai senza filetto e decidiamo di proseguire sino al primo Autogrill. Arriviamo a Villarboit e decidiamo di far raffredare il motore per poi fissare la candela con del frenafiletti. Quindi mentre decidiamo di spararci una Rustichella a testa (menu speciale con incluso un porta cellulare omaggio) il motore ha tempo di raffreddarsi. Finalmente dopo il doveroso caffè usciamo e prima di causare danni irreparabili chiamiamo il "Chirurgo" Marnati, meccanico ufficiale del Team. Il "Chirurgo" scoppia in una fragorosa risata e approva, come unica possibilità per proseguire, l’applicazione del frenafiletti medio di colore blu. Il Dr. Lecter esclama poi calmo: "Marna poi per smontarla metterai in morsa la candela e girerai il furgone !" 

 

Rally Driving school …..

 

Il viaggio prosegue senza altri inconvenienti ed il Ducato permette al Presidente ciò che ormai tutti i membri del Team temono, cioè una guida di tipo rallistico sulla strada che dal valico del Monginevro ci porta all’Alpe d’Huez attraversando Briancon, Serre Chevalier ed altri paesini Francesi. Lungo il percorso l’hanno scampata bella 1 cane, 2 alberi, 3 camion ed il passeggero del Ducato che altri non era se non il solito Angel equipaggiato per questa tratta di casco e ginocchiere !!! Arrivo all’Alpe d’Huez davanti all’Hotel Le Dome dove per entrare alle 23:15 necessita un codice per aprire la porta : fortunatamente il previdente Dr. Lecter conosceva il codice segreto. 

 

 

 

Giovedì 27 luglio 2000 – Primo giorno di ricognizione del percorso. 

 

Sveglia ore 08:30, abbondante colazione davanti all’Hotel sotto un magnifico sole e temperatura estiva. La giornata promette subito bene. Finita la colazione ci rechiamo alla partenza degli impianti dove si trovano anche gli uffici dell’organizzazione curata dalle gentilissime ragazze dell’ U.C.C. , ente organizzatore anche del circuito downhill Francese denominato Avalanche Cup. Chiediamo se è già possibile perfezionare le nostre iscrizioni e ci viene comunicato che è ancora troppo presto, sono solo le 09:50. Decidiamo quindi di andare a provare la parte bassa del percorso, quella che molti ritengono essere la più tecnica, che dall’Alpe d’ Huez ci porterà, dopo circa 16 km. di percorso, al paesino di Allemont. Prima di tornare in Hotel per cambiarci decidiamo di acquistare un intero campionario di magliette Fox, sponsor della manifestazione, con scritte che ricordano l’evento a cui parteciperemo sabato. Dopo aver dilapidato un piccolo patrimonio, finalmente torniamo ai preparativi per la partenza della nostra prima prova del percorso. 

 

In un attimo siamo vestiti di tutto punto, scarichiamo le biciclette e dopo aver effettuato i controlli di rito; pressione gomme, spray al silicone sulla catena, etc. partiamo dai 1800 mt. d’altitudine dell’Alpe d’Huez, sono le 11:30. La prima parte del percorso è costituita da un sentiero in falso piano, denominato Chemin panoramique, dove pedalare a freddo la ShockWave Downhill da 20 kg. provoca i miei primi affanni. Dopo circa 1,5 km. inizia il primo tratto di single track nel bosco con buona pendenza ed i primi 5 o 6 tornanti. Usciti dal bosco entriamo in un pratone dove la pendenza aumenta ancora ed il numero di curve e contro curve è impressionante. In circa 2 o 3 minuti di tornanti che non lasciano spazio a nessuna disattenzione usciamo su una strada asfaltata e facciamo la prima sosta con mani e avambracci già provati dalla fatica. Una breve sosta quindi proseguiamo per circa 1 km. sull’asfalto e quindi dopo alcuni saliscendi da effettuarsi sui prati che costeggiano la strada asfaltata si arriva a Villard Reculas (1450 mt.) ci si ributta a capofitto nel bosco della Foret de Sardonne.

Qui il fondo del single track, man mano che scendiamo, diventa sempre più umido e iniziano dei piccoli problemi nel controllo dell’avantreno delle nostre bici. Infatti il terreno a mano a mano che scendiamo diventa sempre più scivoloso sino ad obbligarci ad entrare in piccoli ruscelli di acqua che scende, insieme con noi, verso valle. Un’altra impressionante serie di tornanti con pendenze da vera pista downhill denominato Chemin de Rafour ed usciamo dal bosco per attraversare la strada asfaltata e ritornare dopo poche centinaia di metri nel Chemin de la Voute che ci porterà velocemente all’arrivo di Allemont (720 mt.) 

 

Alle 13:15, evitate per miracolo alcune sdraiate, giungiamo all’arrivo del percorso ufficiale.

 

A questo punto, l’organizzazione ha predisposto un servizio navetta per riportare a monte gli scavezzacollo come noi, unico neo l’orario, siamo in anticipo sulla navetta di quasi due ore e mezza, la prima partirà alle 15:55.

 

Come per incanto, e d’abitudine, troviamo un grazioso ristorantino dove rifocillarci e riposare le stanche membra. In compagnia di altri bikers troviamo così il modo di ammazzare il tempo e, tra una televendita e l’altra del nostro Presidente, (questa volta in francese), arriva il momento della risalita verso gli impianti di Oz en Oisans.

 

Sulla navetta che sembra una tradotta militare, vengono caricate le bici alla bene e meglio, si vedono cancelli di ogni genere e colore, ed all’interno la fauna non fa una gran differenza.

 

Con la nostra tradotta raggiungiamo la partenza della cabinovia che ci riporta in quota, dove per tornar bambini, inforchiamo le bici e giù su un tracciato fettucciato con tanto di curve, contro curve e salti artificiali : si tratta del percorso permanente di discesa dove si corre anche la Momovalanche riservata ai bambini di età compresa tra i 9 ed i14 anni. Questo spiega in parte perché i Francesi sono i più forti discesisti del mondo.

 

Ritornati così all’Alpe d’Huez, registriamo le nostre iscrizioni, applichiamo i numeri sui mezzi e finalmente ritorniamo in albergo dove ci spariamo le sospirate docce.

 

Una volta a tavola, ci scambiamo le impressioni sulla giornata e speranzosi sulle condizioni meteo di domani, ci ritroviamo nella camera del Presidente a scrivere il resoconto della giornata che state leggendo.

 

Domani ci aspetta la prova della parte alta del percorso. 

 

 

 

Venerdì 28 luglio 2000 – Secondo giorno di ricognizione del percorso. 

 

Sveglia ore 07:00 : se vogliamo provare la parte alta in ghiacciaio dobbiamo sbrigarci la risalita dei tre tronconi di funivia che ci porterà ai 3330 mt. del Pic Blanc richiede circa un’ora di tempo e quindi bisogna partire presto prima che la neve del Ghiacciaio de Serenne diventi troppo morbida impedendo la discesa in bicicletta. Le condizioni meteo non sono delle migliori ed il Presidente decide di rimanere nel suo caldo giaciglio; finalmente alle 08:10 gli altri tre componenti del gruppo convincono il Presidente che è comunque necessario provare i 14 km. della parte alta che dal Pic Blanc (3330 mt.) ci riporterà all’Alpe d’Huez. Un caffè espresso per il Presidente e ci avviamo verso la funivia.  

 

Sono le 09:00 forse in alto la neve è già troppo molle ma ormai siamo in ballo !!! Alle 10:05, dopo tre tronconi di funivia usciamo sul ghiacciaio. La temperatura è di circa 5° ma intuiamo subito che avremo tempo per scaldarci. Dopo aver scattato le foto di rito ci avventuriamo sul ghiacciaio de Strenne. La prima pendenza è un muro micidiale : Angel in sella alla sua ShockWave riesce ad affrontarlo senza gravi danni. Il Presidente, il Dr. Lecter e Anfe decidono invece per una discesa con la bici in fianco a mo di bastone di sostegno e lasciandosi scivolare con i piedi paralleli raggiungono la prima curva a destra dove il pendio si fa più morbido. Qui il falsopiano in discesa denominato Chemin de la cristallière dove i migliori partecipanti della Megavalanche l’indomani raggiungeranno punte velocistiche di 120 km/h !!!

 

Il vincitore dello scorso anno ha impiegato soli 4 minuti per uscire dal ghiacciaio, 15 minuti per raggiungere l’alpe d’Huez dopo i 14 km. che noi oggi stiamo provando e soli 59′ 38" in totale !!! 

 

Ma torniamo ai nostri quattro impavidi bikers che nel frattempo hanno raggiunto la fine del ghiacciaio indenni, sono le 10:50 e il nostro Angel è già sdraiato al sole da qualche minuto nell’attesa degli altri, siamo a Le Cairn (2350 mt.). Inizia il tratto di pietraia con passaggi abbastanza impegnativi che ci condurrà sino alla Sommet du télésiege de Chalet (2220 mt.) passando per La mine.

Angel guida il gruppo con ampio vantaggio mentre il Presidente continua a scattare immagini nei passaggi più impegnativi.

Finalmente passando per le Chalet du Poutat e la vecchia pista da bob raggiungiamo i prati dell’Alpe d’Huez dove l’organizzazione ha già tracciato il fettucciato che ci farà divertire non poco.  

 

Sono le 11:50 decidiamo di rientrare in Hotel dove speriamo siano già arrivati nel frattempo Bruno cheBBBici e Marco. Andrea “Golden ShockWave Boy” ci raggiungerà solo a notte inoltrata mentre l’ottavo componente del Team, Ezio la Bionda ha ormai dato forfait per ragioni familiari. Arrivati di fronte all’Hotel decidiamo di mangiare qualche cosa alla pizzeria in fianco ed attendiamo l’arrivo di Marco e Bruno cheBBBici. Alle 13:30 finalmente arrivano e Angel, pur provato da un’insalata “Rio de Janeiro” e dalla relativa birra, decide di accompagnare Bruno cheBBBici in una ricognizione della parte bassa del percorso.  

 

I due partono verso le 14:40 mentre il Presidente si preoccupa di definire l’iscrizione di Andrea presso l’ufficio dell’organizzazione. Incontriamo in tale occasione altri Italiani presenti allla gara : 2 amici di Domodossola e 4 Liguri provenienti da Bargone dove ha sede il mitico Tregin Bike Bargone. Verso le 15:40, ad un’ora circa dalla partenza dei due ricognitori della parte bassa del percorso il telefonino del Presidente squilla : è Angel che dice “siamo sulla navetta per risalire, in basso è un disastro, c’è solo fango nel bosco pensa che per salire sulla navetta ci hanno lavato con la canna dell’acqua. Bruno cheBBBici esclama : fantastico. Alle 16:50 i due appaiono agli occhi degli altri del gruppo che li stanno aspettando davanti agli uffici dell’organizzazione e sembrano felici come dei bambini che hanno potuto giocare in spiaggia con la sabbia : il fango in questo caso.  

 

A cena il racconto di questa ultima discesa assume i toni di un inferno. Angel ci racconta di quanti poveretti a visto spiaccicarsi nel bosco e di quanto sia peggiorato il percorso ora pieno di radici bagnate e fango dove la bici quasi deve essere portata a braccia. L’ultima ricognizione visiva delle 21:15 ci mostra un cielo sereno e sgombro di nuvole. Speriamo bene per domani, che il tempo ci assista. Tutti in camera per il meritato riposo, domani dobbiamo essere alla funivia entro le 07:20 per poter risalire. Pensate che i primi, con numerazione bassa, iniziano a salire alle 06:15 !!! Per fortuna noi siamo tra gli ultimi. 

 

 

 

Sabato 29 luglio 2000 – La Megavalanche 

 

Alle 06:00 la sveglia, colazione alle 06:40 già vestiti da tartarughe ninja e finalmente alle 07:20 partiamo con le nostre bici in direzione impianti di risalita. Angel sente già la pressione della gara e, durante la prima fila che ci aspetta alla prima stazione della funivia, cade già in trance agonistica. Dopo alcuni minuti iniziamo a salire in cabine che al massimo possono trasportare 8 bici e relativi bikers. Alla stazione di partenza del terzo troncone bisogna salire su una funivia con cabina unica molto più grande e le operazioni di carico, meno veloci delle prime stazioni, vengono accompagnate da addetti dell’organizzazione; con musica a tutto volume, fanno in modo che tutto si svolga il più rapidamente possibile.  

 

Finalmente alle 08:45 siamo sul Pic Blanc (3330 mt.) dove dopo aver bevuto un the caldo, offerto dall’organizzazione, iniziamo i preparativi per la partenza. Il Team si divide : Angel, Bruno cheBBBici, Golden ShockWave boy e Marco decidono di partecipare in forma agonistica e chiuderanno la gara nel seguente ordine :

Maurizio II detto Angel in 364 posizione con un tempo di 2h o1′ 15"

 

Bruno detto Bruno cheBBBICI in 376 con un tempo di 2h 03′ 59"

 

Marco in 420 posizione con un tempo di 2h 09′ 48"

 

Andrea detto Golden ShockWave boy in 486 posizione con un tempo di 2h 24′ 30" 

 

mentre Anfe, il Dr. Lecter ed io, il Presidente decidiamo per una partecipazione più turistica. Quindi decido di scattare delle foto della partenza che viene data con leggero ritardo alle 09:28. Il primo muro di neve ghiacciata si trasforma in una bolgia, dove ognuno si arrangia come può per scendere evitando gli altri ed evitando di essere investito da altri. Finalmente dopo circa 10 o 15 minuti riparto dopo gli scatti di prammatica.  

 

Il primo muro viene superato senza grandi difficoltà e quindi sul Chemin de la cristallière prendo confidenza con la neve ghiacciata e con la velocità. Risultato a circa 50 km/h., dopo aver toccato leggermente la pinza del ProStop anteriore, prendo una facciata a dir poco impressionante. Mi rialzo, controllo la mia ShockWave, e riprendo con molta più cautela la discesa. Dopo 20 minuti dalla partenza siamo alla fine del ghiacciaio, i primi hanno già superato da più di 5 minuti l’Alpe d’Huez !!!

 

Anfe rimane leggermente attardato sulla pietraia e il Dr. Lecter decide di aspettarlo, io invece proseguo a ritmo blando per vedere di non affaticarmi troppo. So bene che la corsa è ancora lunga.  

 

Al Sommet du télésiege de Chalet mi fermo per aspettare gli altri e Ale, uno dei ragazzi di Bargone, mi offre una mezza brioche che mi ridona un poco di forze. Grazie Ale. Finalmente arrivano gli altri : il Dr. Lecter ha bucato ed ha la catena quasi a pezzi. Dopo una breve riparazione decidiamo di proseguire ma la San Andreas del Dr. Lecter perde un bulloncino del supporto pinza freno posteriore e la catena cede definitivamente : per il povero Alberto è il ritiro.  

 

Io ed Anfe lo abbandoniamo in Hotel e decidiamo di proseguire verso l’arrivo. Inizia il tratto di falsopiano in salita ed io ormai non ho più energie. Quando il sentiero inizia a scendere non ho nemmeno la forza di stare in piedi sui pedali e quindi tento di arrivare giù con i minori danni possibili. Anfe mi fa compagnia per la parte rimanente del percorso, senza dimenticarsi di farsi una sdraiata in un pratone come sua abitudine. All’inizio del bosco della Foret de Sardonie sono sempre più svuotato di energie ma stringo i denti e proseguo nel fango del single track. A 3 km. circa dall’arrivo, su uno degli ultimi strappi in salita che spaccano definitivamente le gambe dei concorrenti, Anfe, ormai certo che sopravvivrò anche questa volta, mi lascia al mio destino e prosegue veloce verso l’arrivo.

Io mi trascino verso la fine con le ultime energie mentali e fisiche e finalmente dopo 2h 44′ 36" taglio il traguardo in 539 posizione. Anfe ha chiuso in 528 posizione con un tempo di 2h 40′ 29".

Per dovere di cronaca ha vinto il francese Balaud Alex in 1h 00′ 39" seguito da Guincetre Olivier in 1h 01′ 25" e da Balaud William in 1h 01′ 31". Il vincitore della scorsa edizione, Dola Francois, è quarto in 1h o2′ 26" mentre lo scorso anno aveva vinto in 59′ 38", record ancora imbattuto. 

 

Come potrete notare non ho scattato immagini della gara anche perché esse sono già impresse nella memoria di chi ha partecipato così come le emozioni che abbiamo provato e che permettono di dire a tutti i concorrenti : NOI C’ERAVAMO !!!