Voi non potete immaginarvi, (o forse siete gli unici che potete rendervene conto) entrare finalmente, dopo tanta attesa dentro la Pro-M … Per me è stato entrare nel tempio delle bike … Me lo sono respirato quel momento, ho visto il Biffi e gli ho detto: “ma sei tu il Biffi”… entrarci dentro e vedere tutta quella roba, ogni più piccolo particolare, da vedere, gustare e ammirare, tutto quel sapore di mountain bike !!!
Sono anni che ci provavo, metter via un soldo dietro l’altro, ma tutte le volte c’era una piccola spesa non preventivata … e saltava la bici ! Poi a dicembre è arrivata la terza figlia (amatissima e volutissima) e mi sono detto: e’ finita non riuscirò mai ad averla la Ellsworth Moment. Ma quando si chiude una porta si apre un portone … e così, senza che me lo aspettassi mi sono arrivati mille euro dallo Stato (bonus terza figlia …) e un piccolo rimborso di tasse pagate in più che ormai non mi aspettavo più … E così questa volta non mi sono lasciato perdere l’occasione, (anche mia moglie era d’accordo: “vai Valerio questa è la tua occasione”. Ho monitorato, monitorato, monitorato il sito Pro-M ed è arrivata fuori la Ellsworth Moment che cercavo (usata, ma bellissima) e sono partito per Milano, giovedì scorso, in auto da Forlì.
Detto fatto, sabato primo giro, ieri secondo giro.
La bici è dolce e spietata allo stesso tempo. Non perdona l’utilizzo a “mezzo servizio” e allo stesso tempo ti invita a usarla con più forza, ma non ti forza. Pesante il giusto, è forse più faticosa da portare su, ma il pro-pedal (o il mitico I.C.T. ?) funziona davvero, perché lo schema funziona. Non bisogna alzarsi sui pedali, possibilmente, ma se capita di farlo per sgranchirsi le gambe, non si perde energia, né si sprecano risorse. Il ritmo continua sostanzialmente uguale, la bici non barcolla, specie se sei in strada. Sul tracciato sconnesso la copiatura della ruota posteriore è decisamente superiore ad ogni bici che ho mai provato, la ruota è incollata dietro, e poche storie. Si va su.
Poi finalmente arriva la discesa, e li’ è ovvio che la differenza è grande, anche perché la forcella che ho davanti (una 66s, molto piu’ da free ride che am) mi permette tutto, ma proprio tutto. La bici viene giu’ incollata al terreno e si appoggia saltellando e ricopiando, quasi strisciando, sui sassi, sui gradini anche molto ampi, quasi senza sforzo. Un mito, anche per chi come me, non è certo un avventuroso e un audace, ma sta ben attento ! Insomma è la bici che può farti diventare “grande” nel senso di “esperto”, che ti puo’ fare crescere, che non ti lascia in difficoltà e che ti segue man mano che la sicurezza aumenta e che la voglia di rischiare cresce. È un cavallo di razza, un vero e proprio colosso della mountain bike ! Ora basta … mi sa che adesso vado a fare un altro giro.
Ciao Biffi, e a presto !
Valerio Melandri, MPA
Professore di Economia Aziendale e di Strategia di Fund Raising e People Raising
Direttore Master Universitario di 1° Livello in Fund Raising per Aziende Nonprofit ed Enti Pubblici
Web: www.valeriomelandri.it; www.fundraising.it; www.master-fundraising.it; www.philanthropy-centrostudi.it