Lettera di Alberto: cronaca di vita visuuta (12 giugno 2000)
CRONACA DI STORIA VISSUTA
Ebbene sì è giunto il momento, dopo tanti elogi, di sputtanare il Presidentissimo raccontando ai più i suoi trascorsi ciclistici.
Conobbi l’uomo parecchi anni fa frequentando il Tech Shop quando ancora si trovava nello scantinato di un palazzo del quartiere Dergano in Milano.
A quei tempi, ci si ritrovava come in una specie di dopolavoro ferroviario nell’unico luogo vietato e nascosto ai "ciucciaruote" domenicali.
In quella cantina arrivava di tutto, c’era un tizio ex dilettante che faceva il meccanico ed Alan il titolare, (ex agente di borsa), che folgorato dalle ruote grasse e dalla poca voglia di lavorare gestiva il tutto.
Quando dico che arrivava di tutto non scherzo affatto; c’era Stefano Migliorini (chi non lo conosce cambi sport), che scendeva e risaliva le scale della cantina in bici, c’era Aldo Calandro (uno svitato che si spara un paio di Ironman all’anno), c’erano un paio di racers che viaggiavano nelle cross country talmente forte che a fine gara li facevano pisciare nelle bombole del gas, un collezionista di Mantis (oggi non le fanno più ma all’epoca costavano come un gioiello di Pomellato), l’Ing. Mora (100 kg ma andava in giro con una Yeti), ed altri.
Tra gli altri anche alcuni nomi oggi noti fra i frequentatori del sito Pro-M. Oltre al sottoscritto, due uomini soli al comando.
Il primo, "Rosario detto Cozza", già ai tempi spendeva cifre da capogiro in mozzi White Industries e componenti PMP in titanio. La cosa ridicola era che li montava e smontava da una storica Cinelli Machine al quale il "pelato" continuava a cambiare colorazione e stikers fino ad arrivare ad una terrificante versione color mosto d’uva dal nome "Gonfio Machine". Sto parlando di fine anni 80 e l’uomo, che già si depilava alla Pantani, non conosceva la vergogna.
Il secondo, Gianni JFK, quest’ultimo fin dai tempi era famoso per la rapidità con cui acquistava di TUTTO. Non conosceva ancora la Mountain Cycle ma le sue bici sono sempre state scelte e curate nei minimi particolari. Oggi usa le Gazzaloddi, ieri pesava addirittura le guaine.
Chi non lo conosce da tempo, non sa quanto sudore ed imprecazioni sono uscite dalla sua presidenziale massa corporea. D’altro canto, l’uomo per anni ha sofferto brucianti umiliazioni nella speranza che gli amici di ventura forassero o rompessero qualche componente per poter respirare.
Per non parlare del periodo del fai da te quando il Nostro si cimentava nella manutenzione del mezzo. Nel caso posso dirvi di aver visto arrivare il Presidente in calzini con le scarpe incastrate negli SPD.
Per fortuna l’uomo è come il vino buono, col passare del tempo migliora. Oggi lo vedete sempre in perfetta sintonia con lo spirito dell’escursione, la bici giusta in funzione del percorso ed altro. Una volta, pur possedendo il possibile, faceva freeride con il Merlin e cross country con la Turner. Vi risparmio quante e quali bici ha posseduto perché non vorrei mai che un neofita si sentisse troppo frustrato.
Oggi devo dire che è "rinsavito" ma…..c’è sempre un punto debole. Il Fango.
Questo bikers già definito English style, non sopporta la sacra umida terra che gli si appiccica addosso. Normale direte voi. Un ca…o dico Io. L’insopportabilità non deriva dal fatto che Lui si possa imbrattare ma semplicemente gli "RUGA" sporcare la bici. Chi gli sta vicino nell’occasione lo sentirà maledire il percorso e quantificare l’operazione di lavaggio, oliatura e grafitaggio che il Marnati gli addebiterà. Questo è niente rispetto a quando tornando a casa passava la domenica pomeriggio nel box a ritoccare con la vernice nera le sempre perfette e lucenti pedivelle AC.
E’ veramente un fenomeno, a lungo andare ogni bikers riesce a migliorare la propria soglia anaerobica e migliorarsi, Lui No! Lui è riuscito a migliorare solo il suo equilibrio fisico, non mentale, quell’equilibrio che gli permette di "viaggiare" in salita a velocità di stallo. La velocità di stallo è quell’andatura che gli permette di non dover montare delle ricche ruotine laterali rigorosamente Mavic.
Malgrado nella truppa non ci sia nessun fenomeno, in cima alla salita il buon Gianni è spesso l’ultimo ( si tirano la pagliuzza un paio di persone), ed all’arrivo ci potete scommettere il telaio che Il Presidente esternerà un poco oxfordiano "Ma andate a c… tutti quanti".
Alla mattina durante il tragitto da Milano alla meta, il nostro organizzatissimo bikers, guida come un razzo il furgone di rappresentanza; al ritorno è talmente a pezzi che persino una Prinz verde con quattro suore a bordo riesce a superarlo ( vedi ritorno Bike Festival 2000 ). Ma il bello per il Nostro deve ancora arrivare. C’è chi organizza Nutella party e chi come il Presidente, una volta a casa si "SPALMA" sul divano con tanto di elettrostimolatore. Il massimo del godimento.
P.S. : Non so cosa penserai Gianni dopo aver letto queste righe, ma sono contento di essere stato tra quelli come Te, Rosario ed Anfe per citarne alcuni, ad aver sempre partecipato alle nostre divertenti uscite domenicali.
Devo ammettere che ho provato un forte senso di disagio nel vedere Rosario sul letto d’ospedale con il ginocchio "sconocchiato"; speriamo torni presto e soprattutto cerchiamo di stare attenti.
Facile a dirsi quando ci si sta preparando per il Mottarone.
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