Give your chiapp away day
Oggi – 25 Gennaio 2009 – è in programma, per sfuggire al grigiore e al freddo dell’inverno Milanese, una bella gita a Finale Ligure, dove speriamo di trovare qualche grado in più per pedalare in un clima primaverile.
Davanti al Burger, in Certosa, oltre a Max ci attende Luca che sfoggia la sua Z4 impreziosita di portabici posteriore a sbalzo, quando la toglie l’effetto è ancora più strano, sembra un enorme alettone tipo Porsche, chissà che portanza dopo i 180… Grigio, Vitto e Turbo li raggiungiamo in autostrada, il ritrovo è al primo grill sulla MI-GE: davanti al bar, mentre facciamo colazione, guardiamo nel mega schermo sopra al bancone la pubblicità di una gran fondo nazionale, qualcuno afferma che probabilmente il video è tarato sull’abbigliamento dei frequentatori, essendo noi vestiti da ciclisti automaticamente trasmettono argomenti in tema, caspita, se il buongiorno si vede dal mattino…
Il parcheggio a Finalborgo è sempre cosa complicata, comunque sia riusciamo a infilarci e in breve siamo tutti e 7 pronti, oggi il premio per l’elegantone se lo aggiudicherà sicuramente Vitto, la mia sobrietà cromatica non fa che risaltare i mille colori della Mapei che orgogliosamente ostenta sul suo giacchino. Gianni oggi testerà la nuovissima Turner Sultan 29”, ovviamente in taglia M, la bicicletta si presenta alla vista molto compatta, sembra una small, le grandi ruote contrastano con il telaio veramente molto raccolto, sarà sicuramente agilissima, oggi in ogni caso i più sono twentysixters, le ruotone in minoranza.
La temperatura è deliziosa, salire su asfalto fa però venire le scalmane e ben presto mi alleggerisco del giacchino, una foratura di Turbo intanto ci permette di scoprire le mille qualità dell’attrezzo multiuso del Grigio, un autentico Victorinox con custodia elvetica che scatena l’invidia dei presenti: anche le calze, devo ammettere, non lasciano affatto indifferenti, paiono quelle di un team impegnato in giochi senza frontiere, sullo sfondo blu spiccano gli emblemi di tutte le bandiere del mondo.
A questo punto lo etichettiamo ufficialmente il Guido Pancaldi della giornata, facciamo il conto alla rovescia in Francese con fischio finale, lui gioca il Jolly e ripartiamo in salita verso la sommità del colle.
Lo sterrato inizia bene, una cacca ogni 2 metri, a parte questo il fondo è perfetto e discretamente tecnico, superare i piccoli massi di cui è disseminato richiede impegno e sudore ma tra una foto e un filmato in breve tempo arriviamo al primo grande ciappo, dove tiriamo il fiato e fantastichiamo delle future divise, di pantaloncini con gonnellino incorporato e magliette con le frange.
Visto che siamo in tema di abbigliamento non possiamo che interrogarci sull’incredibile simbiosi che lega Vitto alla divisa Mapei, il Pres solennemente si impegna a regalare a Vitto una giacca nuova se lui acconsente a fargli fare a pezzi quella che indossa, i resti, tagliati in piccolissimi frammenti, verranno sigillati in bustine di plastica e offerte ai nuovi soci, tipo reliquia del santo, purtroppo Vitto respinge ogni offerta. Il ciappone gigante lo raggiungiamo poco dopo, c’è giusto il tempo di mangiare qualcosa, filmare Turbo che canta dietro ad un pinetto ancora addobbato per natale e ripartire, sella bassa per affrontare una discesa che il Gianni preannuncia impegnativa, cosa che puntualmente verifichiamo poco dopo metri quando si presenta, su fondo roccioso, una bella picchiatina in verticale che tanto piace ai dentisti. Il proseguo non é da meno, i passaggi tecnici si susseguono, ogni tanto il GPS del Pres ci manda a spasso e dobbiamo tornare sui nostri passi, scopriremo in seguito che è lui a farci degli scherzi.
L’ultimo tratto è su asfalto, la gara senza pedali scatta spontanea, oggi siamo tutti concentrati e assumiamo le posizioni più aerodinamiche, Pantani style, tutto inutile però contro il Grigio che può vantare mozzi scorrevolissimi e guida deciso il gruppo, il suo segreto ci dice è non lavare mai la bici.
L’entrata in Finale è anche quella della sosta culinaria, le 2 sono già passate e gli stomaci reclamano, l’insegna di un’osteria attira l’attenzione e in men che non si dica abbiamo parcheggiato i mezzi e siamo con le gambe sotto al tavolo. L’esordio con la simpatica titolare del locale è di quelli che richiedono coraggio, si inizia infatti a far considerazioni sui Liguri, da ex cameriere io temo già un’avvelenamento, invece lei è originaria di Chiavenna e finisce così che alla fine è il solo Max che può vantare origini locali e, come vedremo in seguito, anche l‘unico ad avere problemi di stomaco. Partiamo con salamini e formaggi e ben presto atterriamo sulle trofie al pesto, tranne Max che opta per le sarde, Turbo scatenato guida la falange dei cucador e distribuisce battute a profusione, lei sta allo scherzo e si ridacchia di gusto, solo i calamari, con il loro aspetto triste, smorzano il clima di euforia che si è creato.
Siamo ormai in zona caffè quando, come accennato prima, Max incrocia gli occhi e si fionda in bagno per regalarci il sound di un rigetto in diretta, non abbiamo nemmeno il tempo di preoccuparci per lui che veniamo distratti dai tentativi del Gris, in fase calante acuta, che vorrebbe ordinare un limoncello senza riuscire però ad articolare correttamente la parola, sembra preso da una forma di dislessia ciclica. Salutata l’osteria, in breve siamo nuovamente alle auto, il solito strip prelude i saluti che chiudono questa escursione in terra ligure, Vitto guiderà la Gris car e Turbo si addormenterà sul sedile posteriore, non ci resta ormai che attendere il domani per vedere le foto sul forum e ripensare alla bella giornata passata.
Correlati