Il Presidente è d’ animo fin troppo buono ed ha deciso che Vi meritate un’ altra possibilità, anche se in verità penso non ve la meritiate, il giorno 26 Febbraio.
Oggi 4 Febbraio 2001 alle ore 07:30 al solito punto di ritrovo eravamo in 5, dico cinque, pochi ma veramente buoni, talmente buoni che qualcuno là in alto ha deciso di premiarli. In verità non era iniziata molto bene . lavori in corso, restringimento della carreggiata e conseguente coda di un quarto d’ora poco prima di Colico e poi, per dirla tutta, non sapevamo bene a cosa saremmo andati in contro.
Ore 10:30 "scendiamo le bici" : "no di la non si può andare c’è il cartello di divieto !". "Ma va la… divieto si, ma di calpestare i prati durante la fienagione, ci sono giù più di 2 metri di neve ".
E già, siamo a St. Moritz 1800 mt. di altitudine, temperatura 0° e tantissima neve. Ma si sa gli Svizzeri sono efficienti, forse gli unici al mondo, e con i loro trattorini passano su tutti i sentieri pedonali, dico TUTTI, e spalano la neve dopodiché ti ritrovi a pedalare su neve compatta, ben battuta che ci hanno consentito, ma giusto perché le gambe e soprattutto le mie hanno detto basta, di percorrere con sommo godimento una trentina di chilometri di stupendi sentieri ricoperti dalla coltre bianca.
Siamo in pratica partiti da Silvaplana ed abbiamo raggiunto la stazione di Pontresina dove il Presidente ha comprato (al solito) tutti i cioccolatini e le barrette, anch’esse ricoperte di cioccolato, che ha trovato sul suo cammino.
La giornata era buona, cielo sufficientemente terso e temperatura accettabile per il periodo, poi dopo alcune pedalate …
Il sentiero costeggia ed interseca nel primo tratto il percorso per sci da fondo e devo dire che abbiamo suscitato parecchia sorpresa ed interesse negli sciatori che ci vedevano passare davanti a loro. Mr. President ha sfoderato una prestazione veramente maiuscola se paragonata alle magre figure rimediate nelle due o tre precedenti uscite, Lui dice che tutto ciò è grazie ad un intenso programma di allenamento a cui si sta sottoponendo, ma alcune solite malelingue parlano di strane pastiglie azzurre fluorescenti … cose da alieni come la tenuta su neve delle magnifiche, stupende, superbe (non ho più aggettivi) gomme Nokian Boazobeana che ci hanno permesso di guidare su tutti i fondi incontrati (neve morbida, battuta, ghiaccio e strade con terreno innevato) in perfetta sicurezza tanto da permetterci salti e derapate controllate come se fossimo su terra asciutta !
Et voilà siamo di nuovo in auto, domani si torna al lavoro ed è meglio tornare per tempo, ma mi raccomando Domenica 26 Febbraio ore 07:00 al solito posto con le "Boazobeana" montate …
E’ la prima uscita dopo le vacanze di Natale, e il gruppo Pro-M non è così folto, nonostante l’orario della partenza sia a dir poco ‘generoso’….. Anfe, detto anche il Beato, e a ragione, visto che si è ferito a un dito caricando la sua Rossa “Baby Jane” sul presidenziale Furgone, (sì, lui, proprio quello che monta ancora il frenafiletti dell’Alp d’Huez…) … beh, Anfe ammette candido che è presente grazie all’orario molto elastico.
Salutiamo il ritorno di Daniele Tavazzi, quello del Caffè Tavazza, quello sardo che ha i ‘soooldi’ , detto anche ‘Tafazzi’, in gran forma davvero, forse anche grazie al completo Fox da 2/3 milioni, che se dopo averlo comprato uno almeno non ‘va’, si tira la classica martellata …. Il medesimo, poi, per fugare ogni dubbio sulla sua originalità a sulla sua fede al ‘Gay Pride’, sfoggia sul suo recente acquisto, un Moho ‘Black Sabbath’, un copri sella in pura lana con ricami e, e qui sta la novità, tanto di pon-pon anatomici per il massaggio shiatzu delle parti molli poggiate normalmente sulla sella.
Garrulo come una rondine (anche grazie alla tutina superaderente tutta nera, come le scarpe da cozza, e poiché il Danielone non somiglia a nessuno dei due protagonisti di ‘Men in Black’, ahimè, Tafazzi, resta solo la rondine …), punta con aria da satiro ogni malcapitato stia improvvidamente chinato per allacciarsi scarpe, o fare manutenzione alla bici.
Presidente e Tafazzi sono, tra parentesi, gli unici due acquirenti italiani della scarpa ‘Oakley’ modello ‘Cozza’. Un vero successo : solo due paia vendute, un prezzo da impallidire a solo pronunciarlo…. Non le ha comprate nemmeno CozzaAmara, talvolta detto anche ‘Rosario’…
Il Vice-Presidente è molto ‘fashionable’ nella sua tenuta in cash-pile rigorosamente ARAGOSTA, il pile di puro cashmere, lo producono solo per lui e per Riccardo Gay … il nome ‘cash’ era doveroso per una felpina che se la vuoi devi sganciare almeno 5 sacchi, appunto… Ma del resto, si sa, lo stile è stile, e il Vice-P, per dirla con le sue parole, non è un camionista …
Da un punto di vista agonistico, ci lascia senza parole, va come un motore, il toto-scommesse verte su quale sia il tipo di droga, stavolta, ma lui replica che sono le barrette all’Uranio Impoverito …
Il Presidente è elegante come sempre in uno dei suoi 2000 completi da bici, pantalone FOX nero da Free-Rider con hot-pants neri sotto … Viene un po’ criticato dalla ciurma per il basso livello dei servizi offerti dal furgone del Team Pro-M, niente docce calde, niente cuoco cinese, niente saunetta, niente hostesses, niente di niente ….
Daino presente, fa il funambolo con la sua quasi BMX, Dr.Lecter presente, vigila attento sulle esternazioni della ciurma, mi viene il dubbio, ma da quando va in Russia, l’avranno preso nel KGB…?, e presente chi vi scrive, ovvero RedMoho, che sennò non potrebbe scrivere……..e pronti partenza via.
A Senna Lodigiana incontriamo don Luigi. Alto ma non altissimo, praticamente alto come Rascel, l’aria candida, sembra proprio padre Brown. Ci invita subito al bar locale dove c’è chi beve, chi chiacchiera e chi si fa una agguerritissima partita a calcetto … La squadra Tafazzi-Dr.Lecter contro Anfe-RedMoho; poiché siamo per la non competizione, non teniamo conto dei gol. Nessuno ha vinto o perso, ci siamo divertiti come quattro bambini.
Appena il gruppo si infoltisce con alcuni ‘aborigeni della bassa’, inforchiamo le bici e andiamo a iscriverci, £.15.000 di iscrizione devoluta ai Missionari.
Tira un bel venticello gelido, alla fine si parte alle 13:30 passate, si comincia a pedaler… asfalto, poi un po’ di sterrata ‘fango-style’, il gruppo fila un po sgranato ma ci son tutti, fino al ristoro a Orio Litta; Vin Brulè (buono), Parmigiano (buono), e poi via, si torna alla partenza. Buona parte degli aborigeni è provvista di mezzi di trasporto locale, ovvero front con semislick, un po’ diversi dalle nostre ‘full’ con gomme che vanno dalle DH alle Gazzaloddi da 2.6 …
Padre Brown è un pedalatore mica male. Nel 1970 giocava a calcio, adesso la versione 2001 va in MTB, quella del 2030, chissà, sarà un decatleta con muscoli alla Schwarzenegger.Al ritorno merendina con TORTE fatte in casa e TE’, Padre Brown ci fa anche dei regalini, bottiglie, torroni, caffè, ci saluta tutto felice e ci ringrazia.
Ci fanno persino lavare le bici nel cortile di un gentile signore che chiacchiera con noi durante le operazioni, è un po’ scioccato perché pare abbia chiesto a Daino quanto costano le nostre bici, e Daino deve avergli detto il vero …
Finisce così questa giornata bucolica (Tafazzi di Olbia, porceddu, non è quello che pensi tu, il significato di BUCOlico..)
E ci salutiamo con un ‘alla prossima, ma per favore, che ci sia un po’ di discesa….’
Domenica 3 Dicembre 2000 – In viaggio verso Los Angeles
Il Team o la "gang" come la chiamerò da ora in avanti doveva essere composta da 14 persone. Tante erano le conferme avute ma oggi alle 05:30 del mattino (SIGH !) alla Malpensa scopro subito che uno dei partecipanti ha avuto dei problemi e dopo essere stato ricoverato in ospedale per un controllo, per altro con esiti positivi, ha preferito rinunciare. In ogni caso AUGURONI ! Monica arriva al check in dell’Airfrance con il passaporto scaduto e ….. Roberta a quel punto decide anch’essa di restare a casa, si pentirà amaramente il giorno dopo ! Restiamo in 11, i 10 presenti sul volo AF 2315 che ci porterà prima a Parigi con un Airbus A 320 e poi sull’ AF 062 a Los Angeles con un 747/400, più Gigi che arriverà a Los Angeles con un altro volo Alitalia. Finalmente alle ore 15:00 circa della Domenica stessa (ci sono 9 ore di fuso orario) siamo tutti riuniti al noleggio Alamo di Los Angeles dove ci vengono consegnati i due van prenotati. Carichiamo i bagagli e partiamo verso l’hotel prenotato in Wilshire Blvd. Gigi si offre subito come "sherpa" locale e dopo alcune ore, il Wilshire Blvd. è più lungo della Milano-Bergamo finalmente prendiamo possesso delle nostre sette camere. Il tempo di posare i bagagli ed è ora di cena. Uno steak e un giretto in Rodeo drive per quelli che ancora riescono a stare svegli, poi tutti a nanna, domani ci aspetta il trasferimento a SLO (San Luis Obispo) e la visita della Factory Mountain Cycle !!!
Lunedì 4 Dicembre 2000 – SLO e la Factory Mountain Cycle.
Sveglia ore 07:00, colazione sul Wilshire Blvd. sotto un magnifico sole e temperatura quasi estiva : 21 gradi. Alle 08:10 siamo in macchina, direzione SLO, a nord di Los Angeles. Tutto procede regolarmente con il Presidente alla testa della gang coadiuvato in maniera egregia da Gigi lo sherpa. Abbiamo deciso di percorrere la highway California 1 per poter vedere così località molto note come Santa Monica e Santa Barbara. Alle 13:00 siamo a circa 30 miglia da SLO e ci fermiamo in un supermercato dove inizia l’acquisto di ogni ben di Dio; panini, biscotti, caramelle, dolciumi, bibite e quant’altro. Rapido pranzo all’Americana sul piazzale e poi il Presidente chiama Steve alla Mountain Cycle per avere indicazioni esatte sulla strada. Alle 15:00 circa siamo alla Factory. L’emozione di vedere la fabbrica sale, incontriamo Robert Reisinger, il papà di tutte le Mountain Cycle, ma prima Steve ci accompagna all’Hotel dove pernotteremo nelle prossime due notti, poi, finalmente, visita guidata alla Factory. E’ quanto ci aspettavamo : fanno tutto loro in casa salvo la verniciatura. Tagliano, stampano, saldano, trattano termicamente l’alluminio 6061 da cui nasceranno poi le nostre "BAMBINE" e dopo averle mandate a verniciare le assemblano con grande cura. Per un più ampio resoconto corredato da foto Vi rimando alla visita virtuale che a breve sarà pubblicato sul sito Pro-M.
Finalmente alle 18:00 circa Steve ci accompagna a comprare delle scarpe da freeride, che non ci siamo portati dall’Italia, poiché domani mattina ci aspettano ben sette Mountain Cycle per un giro sui trails attorno a SLO. Troviamo delle Specialized a prezzo pari a quello Italiano ma ormai siamo gasati e torniamo in hotel a montare le tacchette sotto le suole, siamo quasi pronti. Cena downtown a SLO e domani sveglia alle 08:00 : le "BAMBINE" ci aspettano.
Martedì 5 Dicembre 2000 – Ride in SLO ed il Presidente esce a cena con Robert Reisinger.
Puntualmente alle 09:00 la parte maschile della gang (le Signore hanno ovviamente preferito lo shopping alla bicicletta) è davanti alla Mountain Cycle, ci prestano caschi e guanti, carichiamo le biciclette su due pick up guidati da George e Rob e saliamo sulle colline dietro SLO. Abbiamo anche una guida che ci riporterà a SLO facendoci percorrere 28 km di magnifici sentieri. Partiamo, subito un muro in discesa non indifferente obbliga Franco a scendere dalla CXS (lui è abituato ad una ShockWave) ma tutto prosegue abbastanza bene sino a che Francesco non fora la gomma anteriore della sua San Andreas. Nessun problema sentenzia Maurizio 2 detto Angel, ho portato le camere d’aria ! Peccato che non hai però portato una chiave a brugola da 8 e quindi non possiamo smontare il perno passante della forcella Manitou che si trova sulla San Andreas !!! Perdiamo circa un’ora tagliando la nuova camera in due e tentando di annodarla sui due lati ma non riusciamo a rigonfiare la ruota. Alla fine decidiamo di riempire il copertone con erba, rami etc. e quindi siamo pronti per ripartire. Franco sentenzia che bisogna andare piano come fa lui per non bucare ed appena prende la sua Moho CXS da terra scopre che ha bucato la gomma posteriore. Tra le risate e le imprecazioni di Franco provvediamo rapidamente alla sostituzione della camera e ripartiamo. Ancora un breve tratto in discesa e poi alcuni km. in fianco alle rotaie di una ferrovia in puro stile wild, wild west. Se non fossimo su delle moderne biciclette Mountain Cycle mi aspetterei di veder sbucare da un momento all’altro Tex Willer e Kit Carson a cavallo da dietro una collina ! Il trail è stupendo ed i luoghi incantevoli, ma Franco pensa bene di forare ancora e quindi siamo di nuovo fermi per sostituire la camera. E’ l’ultima che abbiamo a disposizione, speriamo in bene. Tutto infatti procede senza altri intoppi e alle 12:00 circa siamo di nuovo alla Mountain Cycle, salutiamo, il Presidente prende appuntamento con Steve nel pomeriggio per discutere su quante "bambine" importare il prossimo anno e torniamo in hotel per una doccia. Al pomeriggio raggiungiamo le Signore per una visita ai negozi downtown di SLO e alle 20:00 il Presidente esce a cena con Robert Reisinger mentre noi ci arrangiamo a cenare in Hotel con una pizza ed un piatto di pasta cucinata all’Italiana da Emanuela in una delle nostre suite. Verso le 22:30, mentre stiamo visionando per l’ennesima volta Cranked III, rientra il Presidente con Robert che si dimostra molto divertito ed interessato alla gang che osserva il terzo episodio del video freeride più famoso in Italia. Verso le 23:00 Robert saluta la gang promettendo al Presidente che tornerà in l’Italia quanto prima e andiamo tutti a dormire.
Mercoledì 6 Dicembre 2000 – In viaggio verso San Francisco sulla highway California 1
Alle 07:00 la sveglia, colazione alle 07:30 e alle 08:10 tutta la gang è sui vans : direzione nord sulla solita highway California 1 che, pur essendo molto più lenta della freeway 5 o della highway 101, percorre tutta la costa e quindi ci permette di attraversare paesaggi incredibilmente suggestivi. Oggi ci aspettano almeno 4/5 ore di guida e decidiamo quindi di fare tappa a Carmel che ci è stata indicate come una fra le quattro più belle cittadine degli States. Infatti dopo alcune soste in alcuni dei numerosi "view point" sparsi su tutta la magnifica costa dell’ oceano Pacifico verso le 14:00 raggiungiamo Carmel. Decidiamo di percorrere subito la magnifica strada panoramica denominata 17-mile drive (l’ ingresso da uno dei cinque cancelli costa $ 7 per ogni auto) che collega Carmel, Pacific Grove e Monterey attraversando Pebble Beach, un’area residenziale con un campo da golf praticamente infinito che rappresenta meglio di tutto la ricchezza di questa regione. Alcune doverose foto sulla spiaggia a scoiattoli e gabbiani e raggiungiamo un Motel a Monterey dove passeremo la notte. Visita turistica a Fisherman’s Wharf, shopping e cena molto piacevole in Cannery Road nella zona del porto a Monterey. Anche oggi è finita, la stanchezza, dato il breve tempo a disposizione e la quantità di cose da vedere, comincia a farsi sentire.
Giovedì 7 Dicembre 2000 – Finalmente raggiungiamo San Francisco
Colazione in Motel a Monterey e poi via, solo 80 miglia ci separano da San Francisco. Arriviamo in città verso le 10:00 e attraversiamo subito la città in direzione di North Beach, il quartiere Italiano di San Francisco. Parcheggiamo davanti al Caffè Puccini dove decidiamo di entrare attratti dalle paste e dalla macchina del caffè espresso che si intravede dalle vetrate. Finalmente un buon espresso ! Il padrone del Caffè Puccini, un Italiano che vive a San Francisco da ormai 30 anni, si dimostra molto gentile e ci indica degli Hotel sulla stessa Columbus Ave. , dove infatti decidiamo di prendere le stanze per il pernottamento. Scarichiamo i bagagli e ci avviamo verso la stazione del "Cable Car", distante solo un isolato dall’ hotel, il famoso tram con carrozza trainata dal cavo che sale e scende le strade più famose della città sino ad Union Square la piazza centrale di San Francisco. Arrivati in Union Square siamo a pochi passi dallo SFMOMA, il museo d’arte moderna di San Francisco dove dovrebbe essere esposto il mito : la SAN ANDREAS. Come resistere da una visita al museo ? Nonostante la riluttanza di Angelica, la moglie del Presidente, finalmente entriamo allo SFMOMA e con grande delusione della gang scopriamo che questo mese ci sono solo mostre dedicate ed un solo oggetto differente da quadri e sculture : una Ducati 916 Senna che non ci ripaga certo dal rammarico di non aver potuto godere della vista della SAN ANDREAS al museo. Pazienza, sarà per la prossima visita. Il pomeriggio trascorre poi veloce all’interno di Niketown, il negozio Nike dove tutti comprano almeno un ricordino e poi tornati in Hotel decidiamo di cenare a Fisherman’s Wharf in un tipico locale Statunitense : Friday . Cena a base delle solite bistecche e backed potato (patate al cartoccio) e rientramo in Hotel.
Venerdì 8 Dicembre 2000 – Il Golden Gate, Sausalito ed il lungo trasferimento verso Los Angeles.
Scendiamo alle 09:00 carichiamo le borse nei vans e ci dirigiamo verso Fisherman’s Wharf per fare colazione. Dopo la colazione stessa il gruppo si separa : alcuni continuano lo shopping interrotto la sera prima, altri decidono di noleggiare delle biciclette (Specialized Crosstrack : ORRORE) per attraversare tutto il Golden Gate Park e raggiungere appunto uno dei ponti più famosi al mondo. Le biciclette sono dotate di road-book e conta km. e in breve siamo sul Golden Gate. Le foto di rito e rientriamo per ricongiungerci con gli altri che nel frattempo hanno speso delle fortune negli oggetti più disparati : dal cappello da Cowboy alle t-shirt più strane. Alle 14:00 riprendiamo i due vans e decidiamo di raggiungere Sausalito, al di là del Golden Gate, per permetter a chi non a ciclato di attraversare il ponte. Sosta con pranzo a Sausalito e poi di nuovo in auto per spostarci verso Los Angeles. Data l’ora, sono le 16:30 di venerdì, troviamo parecchio traffico per raggiungere il Bay Bride in direzione Oakland e poi siamo sulla freeway 5, sono le 17:30 circa. La freeway 5 è un lungo nastro d’asfalto completamente dritto che attraversa tutta la California da nord a sud ed è veramente difficile per il Presidente mantenere l’andatura prevista dalle leggi locali. Più volte viene superato il limite con la speranza di raggiungere un hotel nei pressi di Los Angeles ad un’ora decente. Finalmente alle 22:00 ci fermiamo in un motel a circa 70 miglia da Los Angeles. Cena da Denny’s e poi tutti a letto, domani l’ultima breve fatica verso Los Angeles.
Sabato 9 Dicembre 2000 – Universal Studios e Los Angeles
Verso le 09:00 entriamo nell’area di Los Angeles, ritrovare l’ hotel in Wilshire Blvd. È ormai un gioco da ragazzi per la gang, dopo una settimana di guida negli States infatti ognuno può facilmente apprezzare l’efficienza delle indicazioni stradali e la facilità con cui ci si può orientare seguendo le indicazione dei quattro punti cardinali. Scarichiamo le valigie in hotel e in un attimo siamo ad Universal Studios, il parco divertimenti che sorge vicino alla collina di Hollywood. Gli Universal Studios sono un parco divertimenti che contiene alcune “Adventures” ispirate a famosi film come Ritorno al futuro, E.T., Jurassic Park, Terminator, Wild Wild West etc. La gang inizia con l’avventura ispirata a Ritorno al futuro e prosegue poi per buona parte della giornata con altre inclusa una visita guidata agli Studios veri e propri dove vengono in realtà girati i film che abbiamo visto o vedremo a breve sul grande schermo. Verso le 16:00 decidiamo di rientrare verso l’ hotel passando per Hollywood Blvd. e Sunset Blvd. , due delle strade più famose di Los Angeles, ed infine passando davanti ad un Mall (centro commerciale) nei pressi di Beverly Hills decidiamo dare una rifinitura al nostro shopping americano. Usciti dal Mall andiamo a cenare per l’ultima volta il solito steak e verso le 22:00 siamo tutti a letto stravolti dalla fatica di queste intense giornate americane.
Domenica 10 Dicembre 2000 – Rodeo Drive, Beverly Hills e il rientro in Italia.
Al mattino decidiamo di fare una passeggiata a Beverly Hills ed in Rodeo Drive, la zona più esclusiva di Los Angeles : chi non ricorda il film Pretty Women ? Breve giro in auto tra le ville di Beverly Hills e quindi colazione in Beverly drive con caffè espresso e ciambelle. La gang ora gironzola per Rodeo drive e dintorni dove Maurizio e Franco vedono di fare amicizia con due turiste giapponesi e poi, passando davanti a Tiffany, Franco si mette il cappello dell’usciere del negozio per la foto ricordo. Alle 12:30 siamo al parcheggio della Alamo per rendere i due vans e ci separiamo da Gigi che si fermerà in California per un’altra settimana : beato lui ! Saliamo sul pulmino della Alamo che ci porta, con tutti i nostri bagagli (qui negli States si sono stranamente raddoppiati), al check in dell’ Airfrance. In perfetto orario alle 16:20 il volo AF 065 ci porta a Parigi da dove proseguiremo con il volo AF 2114 sino a Milano Malpensa. Alle 19:00 di Lunedì 11 Dicembre l’aereo tocca la pista di Malpensa : purtroppo la vacanza è finita, la gang è di nuovo in Italia. Ritiriamo i bagagli e salutandoci ci ripromettiamo di rifare nel prossimo futuro un’altra stupenda vacanza di questo tipo.
L’appuntamento è per l’anno prossimo, in date da stabilirsi, state connessi al sito Pro-M e conoscerete le date. Per il momento grazie a tutta la gang : è stato magnifico dividere con tutti voi queste intense giornate Californiane.
Per essere inizio novembre, il clima lombardo ci ha regalato una domenica con un sole da ricordare. Si vede, quando il Presidente lo prenota per tempo e soprattutto decide di non lesinare sul prezzo… al ritrovo (7:30 Pro-M per alcuni, 8:30 alla funivia per tutti gli altri ‘cani sciolti’, non s’offendano i cani, per favore) c’è un bel gruppetto. Del team Pro-M, oltre ai soliti onnipresenti Anfe, Angel. Ricky la Muerte, (che di solito non citi perché tanto ci son sempre), Dr. Lecter, Daino, Franco ‘BG Boys’, Gigi, salutiamo il rientro di ANDREA “The Golden Shockwave Boy”, a cui lo sconocchiamento (per fortuna è andato tutto a posto, siamo tutti contenti di rivederti, Andrea) ha fatto venir la bella idea di colorare la sua bici da ‘bici del Puffo’, BLU con gomme azzurre; il Presidente “Grande Puffo” era gasatissimo tanto da dedicarle foto per il Web.
E, udite udite, ci sono anche quelli che ormai pensavamo ‘dispersi’ chissà dove nel grande universo della MTB, cioè Mark il Genovese, Francesco ‘il Marsicano’ con i suoi ‘francescani’ (oggi pochi), e, emozione emozione, NED, il mito numero uno del Presidente.
Comunque, ragazzi, avervi con noi è sempre un piacere. Il presidente, poi, ogni volta ai rientrati “no Mountain Cycle addiction” gli controlla l’efficienza dei mezzi nella speranza che gli stessi, prima o poi, li abbandonino e i figlioli, da prodighi ma per finta, diventino prodighi ma per davvero snocciolandogli finalmente per una ‘Bambina’ una bella diecina di sacchi (sacchi veri, da centomila, non Sacchi quelli del V.P., il Vice Presidente, quelli farlocchi che usa solo lui quando gioca al Biffopoli con il Gianni e anziché parco della Vittoria comprano San Luis Obispo).
Dopo la funivia, inizia la salita, per fortuna il freddo sembra più intenso a Margno, sopra, vuoi la fatica o vuoi il sole, non si sta affatto male. Il sentiero è innevato, sembriamo tanti camosci colorati, qualche escursionista a piedi scuote la testa, a me (unica femmina di camoscio del gruppo) danno della coraggiosa, sì, penso io,il coraggio di andar dietro a ‘sta banda di svitati….
Si arriva in piena salita, che ormai è arcinota, oltre il Larice bruciato, e lì inizia sulla sinistra il sentiero per la Val Marcia.
Si supera ancora qualche tratto di salita, poi uno sterrato veloce e infine l’asfalto ci riportano alla funivia; lì, un minimo “riordinati”, ci infiliamo al bar dove svaligiamo la dispensa, finisce in chiacchiere la giornata di oggi, e l’arrivederci è a domenica, come sempre.
E chi non viene con noi… piedi bagnati!
Per me e Daino, sorpresa…… single track esposto, a tratti “molto esposto”, con fondo neve-mista ghiaccio che se ci metti il Tamarindo e lecchi il sentiero sembra una granita e scommetto non sarebbe neanche male … Avrete capito che sia io che Daino soffriamo di vertigini. Andiamo cauti in coda, hoy madre è la tipica esclamazione del biker che ha il vomitone da vertigine……
Gli altri procedono abbastanza spediti, si registrano misurazioni lievi e qualche bel volo di qualcuno dei francescani, per fortuna senza conseguenze. Sentiero misto, tratti di discesa, poi salite nel bosco, un’altalena interessante ma duretta soprattutto in queste condizioni di fondo, con tratti da fare a piedi e infiniti guadi, che ti regalano ciò che un biker cerca in inverno di evitare come la peste: i piedi bagnati.
A un certo punto, un passaggio un po’ alla Ezio con ‘ponte di assi sospeso con fune’ ci obbliga a qualche acrobazia. Le vertigini fanno venire a Daino un vomitone da guinness e gli fanno decidere di esplorare i dintorni per cercare un punto di passaggio che eviti il ponte come la famosa peste, manco fosse un letto d’ospedale, quello in cui il Daino rischia qualche volta di finire quando perde la testa e fa le sue mega-cavolate, per cui il Presidente – Paparone lo riprende esortandolo alla ragione (Daino vai più piano, Daino mangia, Daino non fumare, … un vero papà!!)
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Il V.P., per la cronaca, si trova a Santo Domingo con la scusa del lavoro, beato lui che se la dorme al sole, e perciò LATITA per ben due domeniche; ma, scandalo, manca anche la Bionda, che ha mandato a dire che ‘se non dormo muoio’, e beata anche la Bionda che se la ronfa a letto…..
Non possedendo una Mountan Cycle, è probabile che molti di loro smarriscano la strada.
Del resto, la cometa di ‘Hoy Madre’ mica la vedono tutti.
E va bene ! Scusate se anche ieri eravamo in 29 freakriders, dico "ventinove", mica pochi se consideriamo che per essere a Tirano alle 08:20 abbiamo dovuto partire da Milano alle 06:20 !!! Un grazie quindi a chi di strada se ne è fatta parecchia (da Mestre sono circa 350 km. vero Daniele ?), augurandomi che poi tutti possano dire che ne sia valsa la pena.
Il solito vagone delle ferrovie Retiche con "riservazione" per "Pro-Emme", i soliti ritardatari che ci costringono a mille espedienti per tenere buoni i ferrovieri che, da buoni Svizzeri, vogliono partire in orario e c’è ancora il famoso foto-giornalista della nota rivista di MTB : la prossima volta ti facciamo pagare una quota !!! Si parte, il tempo decisamente al bello, siamo tutti belli "carichi" ma ben presto lo sgomento si fa largo tra di noi : il Rogliatti maledetto non ha portato il panino !!! Nota per i non partecipanti alle nostre gite : un panino del Rogliatti ha queste dimensioni – 1 mt. x 1 mt. x 1 mt., peso di circa 1 Tonnellata – e consente di alimentare tutti e 29 i freakriders presenti.
Siamo pronti a scaracollarci giù dal passo Bernina verso St. Moritz. E’ tornata a farci compagnia Daniela, che non vedevamo dai tempi di Mele, che riceve il testimone di rappresentante del gentil sesso da RedMoho la quale, voci di corridoio, danno purtroppo per infortunata. A proposito : AUGURI ! Ti aspettiamo presto di nuovo con noi. Mentre scarichiamo le biciclette dal vagone l’occhio scappa sulla ShockWave del Presidente, Lui si che fa tendenza : cerchi da 24" SunRims Double Wide e gomme Nokian da 3.0" anteriore e da 2.6" posteriore. Poi vedremo come funzionano. Pronti … via, partiti. La prima parte è tutto sommato lenta, c’è parecchia acqua ed anche alcune tracce della recente nevicata. Il colpo d’occhio è stupendo sulla lunga fila di bikers che percorrono questo sentiero subito ai piedi del ghiacciaio. Proseguiamo sgranati secondo abilità e raggiungiamo velocemente il primo gradino della pineta, qui la guida si fa più tecnica e divertente.
A mezzogiorno in punto eccoci alla stazione del Morteratch. Qui siamo costretti ad una pausa in attesa del treno che ci riporterà in quota, ed allora c’è chi mangia, chi dorme, chi si abbronza, chi decide di farsi rapinare andando a mangiare al Ristorante dove il cambio Franco / Lira è pari a Lit. 1500 per 1 Franco Svizzero. Morale : 1 panino ed 1 Coca Cola = 25.000 Lirette !!! Il passatempo preferito sembra comunque essere quello di provare la ShockWave del Presidente che però dimostra in proposito un po’ di gelosia ma ciò non gli impedisce di lasciare che i poveri mortali si facciano un bel giretto con la bestia !!!
Di nuovo in treno, di nuovo in cima e di nuovo pronti … via, partiti. Questa volta la picchiata terminerà a Tirano. Qui ha inizio il "Claudio Rogliatti show " . Incontenibile il ragazzo che se poi trova qualcuno che lo stimola …Vero Biondo ? La parte alta prima dell’ Alpe Grum è molto veloce e scorrevole, dopo la stazione il single track si fa più impegnativo e bisogna fare molta attenzione alle pietre poste di traverso quali canali per lo scolo dell’acqua piovana che regolarmente pretendono il loro prezzo : forature in grande quantità. Questa volta nonostante le evidenti differenze di capacità di guida e conseguentemente di velocità riusciamo ad effettuare la discesa sostanzialmente in gruppo con la massima soddisfazione anche di chi, più lento, finisce spesso per ritrovarsi da solo sul sentiero. Ed in meno che te lo aspetti si arriva al lago di Poschiavo dove praticamente si conclude la cavalcata, di qui in poi ormai è solo bitume. Ma che bitume : velocità massima prima della frontiera pari a Km/h. 75,6 !!!
In ogni caso è stato per l’ennesima volta "troppo bello" e vedo parecchia soddisfazione tra i partecipanti mescolarsi all’ indubbia stanchezza. Questa volta poi tutti interi a parte un incidente al cambio del furbo amico Antonio che ha così trovato il sistema di farsi spingere fino alle auto. L’unico rammarico resta quello di non aver neppure potuto assaggiare, data l’ora, lo strudel di Maurizio 2° detto"Angel" … Sarà per la prossima uscita.
Certo Arnoga, luogo di partenza del nostro giro, non è proprio dietro l’angolo per chi parte da Milano, ma il prezzo dovuto alla trasferta è tranquillamente ripagato dai percorsi "pedalatori" che si snodano qui attorno. Se poi, come ci è capitato domenica 10 settembre, il cielo è senza una nuvola e la temperatura supera i 20° il gioco è fatto. Lo so c’è anche chi la pensa in maniera differente e preferisce starsene al calduccio delle proprie coperte (vero Dr. Lecter : dormito bene … bello il Gran Premio di Monza …) ma tant’è, come si suol dire ogni lasciata ecc. , ecc.
Ore 06:30 si parte da Milano. Dopo circa tre ore siamo ad Arnoga grazie alla guida del Presidente ed il Fiorino Pro-M (HOY MADRE). Ore 10:00, trovati gli altri già presenti in loco sin dal sabato, tutti in sella e si parte. Nel folto del gruppo, haimé siamo solo in 13, notiamo il volto conosciuto di un noto foto/giornalista di una nota rivista di MTB, lo aspettiamo al varco per vedere cosa ricaverà da questa giornata passata insieme. Il Paolino spicca nel gruppo per la sua tenuta veramente originale : maglietta viola impreziosita da un motivo tipo artigliatura pneumatico ottenuta sparandosi a terra e facendosi passare sopra da un incauto biker che non sapeva cosa lo aspettava dovendo scalare la proverbiale panza del soggetto in questione !!! Percorsi si e no 2 Km. prima foratura. Strano su un fondo simile, ma gratta, gratta la verità viene a galla, vero Flavio ? E cambiamole le camere d’aria senza cercare di ripararle quando non si è capaci di farlo ! D’altra parte nel gruppo si vocifera che questa tua abitudine è estesa anche ad altri articoli in lattice … (fonte Mario il Pavesino)
La Decauville, una quindicina di Km. piatti e poi all’altezza delle Torri di Fraele lo strappo che non ti aspetti, 3/4 tornanti belli secchi a fare la differenza e a provocare nel gruppo la selezione : fuori i garretti !
Dalle Torri in avanti, HOY MADRE, inizia la sfida "extreme" Maurizio "Angel" Dainese VS Dino "Daino" il vero ed unico terzo figlio del Presidente. Ghiaioni, scale, salti e quant’altro serve per stabilire qual’è la miglior generazione di bikers. Pranzo, si fa per dire.
Panini in verità al Rifugio ai Laghi di Cancano ma, noblesse oblige, al cospetto della banda radunata per l’occasione al rifugio stesso. Inizia la salita verso le sorgenti dell’Adda, circa 4 Km. ma belli tosti con pendenza non impossibile ma costante. La fila si sgrana ma il Presidente non molla mai ricordando che è meglio essere una m…. davanti che una m…. dietro ! Si scollina finalmente e decidiamo per una sosta allietati dallo spettacolino che ci organizza la per la il solito Dino "Daino" (razza protetta in via d’estinzione fortunatamente). Il ragazzo continua la sua esasperata ricerca della gravità zero cercando di sollevare le due ruote della San Andreas da terra anche se causa le scarse pendenze disponibili e le relative basse velocità i risultati non sono dei migliori. Decidiamo di gratificarlo con l’assegnazione di punteggi tipo gara di tuffi, raggiunge un massimo di 4,5 all’ultimo salto, datogli più che altro per la costanza e l’incoraggiamento ma con l’intimazione di smetterla perché tra l’altro si sta facendo tardi.
Cosa c’è di meglio dopo una faticosa salita di una bella discesa, abbastanza veloce, mai particolarmente tecnica, anche se un poco esposta ? L’importante, Sig Moroni, riapparso dopo anni di latitanza, è di moderare la velocità secondo le proprie "conoscenze" affinchè si evitino gli "stremizi" e le espressioni del viso a mo di Anthony Perkins nel film Psycho. Ed eccoci a Livigno dove siamo attesi dai taxi/navetta per il ritorno al Passo del Foscagno, tutti interi, sudati ed impolverati, ma sapete che vi dico : io non risalgo al Foscagno, in Hotel mi aspetta una Jacuzzi !!! Quindi i superstiti (siamo in nove solamente) caricate le bici sulla navetta risalgono al passo. Scesi e pagato, a caro prezzo, il breve passaggio inizia la bagarre in discesa, non sul sentiero, ignorato nella foga, ma su asfalto ! Abbiamo superato di tutto, auto e moto di turisti tedeschi, e alla fine al parcheggio di Arnoga la velocità massima raggiunta è stata di Km/h. 75,6 !!! Meno male che non c’erano rotaie del treno in mezzo alla strada !!!
Si ringraziano : Alberto Azzoni (contiamo molto su di Lui), il Presidente per la solita abile regia e quel SIGNORE che abita qualche piano più in alto per le scenografie e le condizioni meteo eccezionali !!!
Si vanno invece ad aggiungere alla lista degli infami : La bionda (non esistono scuse plausibile alla tua rinuncia notturna), Alberto "Dr. Lecter" (dormi, dormi bel bambino …) e RedMoho che latita ormai da troppo tempo dai suoi compiti istituzionali !!!
26, 27, 28 e 29 Luglio 2000 – La più bella e divertente downhill marathon d’Europa .
Mercoledì 26 luglio 2000 – In viaggio verso l’Alpe d’Huez
Il buongiorno si vede dal mattino …..
Partiamo da Pro-M con furgone Ducato (Pro-M Team machine) e Opel Vectra del Dr. Lecter alle ore 18:15 circa. Passiamo a prendere l’Anfe a casa e finalmente entriamo in autostrada in direzione Torino, da fare 318 km.
Dopo nemmeno 50 km sento un sinistro rumore dal motore del Ducato : forse ho rotto la marmitta.
Rapida chiamata sul cellulare di Alberto e fermata alla prima piazzola. Scopriamo immediatamente che il motore ha sputato la candela del secondo cilindro. Riavvitiamo la candela ormai senza filetto e decidiamo di proseguire sino al primo Autogrill. Arriviamo a Villarboit e decidiamo di far raffredare il motore per poi fissare la candela con del frenafiletti. Quindi mentre decidiamo di spararci una Rustichella a testa (menu speciale con incluso un porta cellulare omaggio) il motore ha tempo di raffreddarsi. Finalmente dopo il doveroso caffè usciamo e prima di causare danni irreparabili chiamiamo il "Chirurgo" Marnati, meccanico ufficiale del Team. Il "Chirurgo" scoppia in una fragorosa risata e approva, come unica possibilità per proseguire, l’applicazione del frenafiletti medio di colore blu. Il Dr. Lecter esclama poi calmo: "Marna poi per smontarla metterai in morsa la candela e girerai il furgone !"
Rally Driving school …..
Il viaggio prosegue senza altri inconvenienti ed il Ducato permette al Presidente ciò che ormai tutti i membri del Team temono, cioè una guida di tipo rallistico sulla strada che dal valico del Monginevro ci porta all’Alpe d’Huez attraversando Briancon, Serre Chevalier ed altri paesini Francesi. Lungo il percorso l’hanno scampata bella 1 cane, 2 alberi, 3 camion ed il passeggero del Ducato che altri non era se non il solito Angel equipaggiato per questa tratta di casco e ginocchiere !!! Arrivo all’Alpe d’Huez davanti all’Hotel Le Dome dove per entrare alle 23:15 necessita un codice per aprire la porta : fortunatamente il previdente Dr. Lecter conosceva il codice segreto.
Giovedì 27 luglio 2000 – Primo giorno di ricognizione del percorso.
Sveglia ore 08:30, abbondante colazione davanti all’Hotel sotto un magnifico sole e temperatura estiva. La giornata promette subito bene. Finita la colazione ci rechiamo alla partenza degli impianti dove si trovano anche gli uffici dell’organizzazione curata dalle gentilissime ragazze dell’ U.C.C. , ente organizzatore anche del circuito downhill Francese denominato Avalanche Cup. Chiediamo se è già possibile perfezionare le nostre iscrizioni e ci viene comunicato che è ancora troppo presto, sono solo le 09:50. Decidiamo quindi di andare a provare la parte bassa del percorso, quella che molti ritengono essere la più tecnica, che dall’Alpe d’ Huez ci porterà, dopo circa 16 km. di percorso, al paesino di Allemont. Prima di tornare in Hotel per cambiarci decidiamo di acquistare un intero campionario di magliette Fox, sponsor della manifestazione, con scritte che ricordano l’evento a cui parteciperemo sabato. Dopo aver dilapidato un piccolo patrimonio, finalmente torniamo ai preparativi per la partenza della nostra prima prova del percorso.
In un attimo siamo vestiti di tutto punto, scarichiamo le biciclette e dopo aver effettuato i controlli di rito; pressione gomme, spray al silicone sulla catena, etc. partiamo dai 1800 mt. d’altitudine dell’Alpe d’Huez, sono le 11:30. La prima parte del percorso è costituita da un sentiero in falso piano, denominato Chemin panoramique, dove pedalare a freddo la ShockWave Downhill da 20 kg. provoca i miei primi affanni. Dopo circa 1,5 km. inizia il primo tratto di single track nel bosco con buona pendenza ed i primi 5 o 6 tornanti. Usciti dal bosco entriamo in un pratone dove la pendenza aumenta ancora ed il numero di curve e contro curve è impressionante. In circa 2 o 3 minuti di tornanti che non lasciano spazio a nessuna disattenzione usciamo su una strada asfaltata e facciamo la prima sosta con mani e avambracci già provati dalla fatica. Una breve sosta quindi proseguiamo per circa 1 km. sull’asfalto e quindi dopo alcuni saliscendi da effettuarsi sui prati che costeggiano la strada asfaltata si arriva a Villard Reculas (1450 mt.) ci si ributta a capofitto nel bosco della Foret de Sardonne.
Qui il fondo del single track, man mano che scendiamo, diventa sempre più umido e iniziano dei piccoli problemi nel controllo dell’avantreno delle nostre bici. Infatti il terreno a mano a mano che scendiamo diventa sempre più scivoloso sino ad obbligarci ad entrare in piccoli ruscelli di acqua che scende, insieme con noi, verso valle. Un’altra impressionante serie di tornanti con pendenze da vera pista downhill denominato Chemin de Rafour ed usciamo dal bosco per attraversare la strada asfaltata e ritornare dopo poche centinaia di metri nel Chemin de la Voute che ci porterà velocemente all’arrivo di Allemont (720 mt.)
Alle 13:15, evitate per miracolo alcune sdraiate, giungiamo all’arrivo del percorso ufficiale.
A questo punto, l’organizzazione ha predisposto un servizio navetta per riportare a monte gli scavezzacollo come noi, unico neo l’orario, siamo in anticipo sulla navetta di quasi due ore e mezza, la prima partirà alle 15:55.
Come per incanto, e d’abitudine, troviamo un grazioso ristorantino dove rifocillarci e riposare le stanche membra. In compagnia di altri bikers troviamo così il modo di ammazzare il tempo e, tra una televendita e l’altra del nostro Presidente, (questa volta in francese), arriva il momento della risalita verso gli impianti di Oz en Oisans.
Sulla navetta che sembra una tradotta militare, vengono caricate le bici alla bene e meglio, si vedono cancelli di ogni genere e colore, ed all’interno la fauna non fa una gran differenza.
Con la nostra tradotta raggiungiamo la partenza della cabinovia che ci riporta in quota, dove per tornar bambini, inforchiamo le bici e giù su un tracciato fettucciato con tanto di curve, contro curve e salti artificiali : si tratta del percorso permanente di discesa dove si corre anche la Momovalanche riservata ai bambini di età compresa tra i 9 ed i14 anni. Questo spiega in parte perché i Francesi sono i più forti discesisti del mondo.
Ritornati così all’Alpe d’Huez, registriamo le nostre iscrizioni, applichiamo i numeri sui mezzi e finalmente ritorniamo in albergo dove ci spariamo le sospirate docce.
Una volta a tavola, ci scambiamo le impressioni sulla giornata e speranzosi sulle condizioni meteo di domani, ci ritroviamo nella camera del Presidente a scrivere il resoconto della giornata che state leggendo.
Domani ci aspetta la prova della parte alta del percorso.
Venerdì 28 luglio 2000 – Secondo giorno di ricognizione del percorso.
Sveglia ore 07:00 : se vogliamo provare la parte alta in ghiacciaio dobbiamo sbrigarci la risalita dei tre tronconi di funivia che ci porterà ai 3330 mt. del Pic Blanc richiede circa un’ora di tempo e quindi bisogna partire presto prima che la neve del Ghiacciaio de Serenne diventi troppo morbida impedendo la discesa in bicicletta. Le condizioni meteo non sono delle migliori ed il Presidente decide di rimanere nel suo caldo giaciglio; finalmente alle 08:10 gli altri tre componenti del gruppo convincono il Presidente che è comunque necessario provare i 14 km. della parte alta che dal Pic Blanc (3330 mt.) ci riporterà all’Alpe d’Huez. Un caffè espresso per il Presidente e ci avviamo verso la funivia.
Sono le 09:00 forse in alto la neve è già troppo molle ma ormai siamo in ballo !!! Alle 10:05, dopo tre tronconi di funivia usciamo sul ghiacciaio. La temperatura è di circa 5° ma intuiamo subito che avremo tempo per scaldarci. Dopo aver scattato le foto di rito ci avventuriamo sul ghiacciaio de Strenne. La prima pendenza è un muro micidiale : Angel in sella alla sua ShockWave riesce ad affrontarlo senza gravi danni. Il Presidente, il Dr. Lecter e Anfe decidono invece per una discesa con la bici in fianco a mo di bastone di sostegno e lasciandosi scivolare con i piedi paralleli raggiungono la prima curva a destra dove il pendio si fa più morbido. Qui il falsopiano in discesa denominato Chemin de la cristallière dove i migliori partecipanti della Megavalanche l’indomani raggiungeranno punte velocistiche di 120 km/h !!!
Il vincitore dello scorso anno ha impiegato soli 4 minuti per uscire dal ghiacciaio, 15 minuti per raggiungere l’alpe d’Huez dopo i 14 km. che noi oggi stiamo provando e soli 59′ 38" in totale !!!
Ma torniamo ai nostri quattro impavidi bikers che nel frattempo hanno raggiunto la fine del ghiacciaio indenni, sono le 10:50 e il nostro Angel è già sdraiato al sole da qualche minuto nell’attesa degli altri, siamo a Le Cairn (2350 mt.). Inizia il tratto di pietraia con passaggi abbastanza impegnativi che ci condurrà sino alla Sommet du télésiege de Chalet (2220 mt.) passando per La mine.
Angel guida il gruppo con ampio vantaggio mentre il Presidente continua a scattare immagini nei passaggi più impegnativi.
Finalmente passando per le Chalet du Poutat e la vecchia pista da bob raggiungiamo i prati dell’Alpe d’Huez dove l’organizzazione ha già tracciato il fettucciato che ci farà divertire non poco.
Sono le 11:50 decidiamo di rientrare in Hotel dove speriamo siano già arrivati nel frattempo Bruno cheBBBici e Marco. Andrea “Golden ShockWave Boy” ci raggiungerà solo a notte inoltrata mentre l’ottavo componente del Team, Ezio la Bionda ha ormai dato forfait per ragioni familiari. Arrivati di fronte all’Hotel decidiamo di mangiare qualche cosa alla pizzeria in fianco ed attendiamo l’arrivo di Marco e Bruno cheBBBici. Alle 13:30 finalmente arrivano e Angel, pur provato da un’insalata “Rio de Janeiro” e dalla relativa birra, decide di accompagnare Bruno cheBBBici in una ricognizione della parte bassa del percorso.
I due partono verso le 14:40 mentre il Presidente si preoccupa di definire l’iscrizione di Andrea presso l’ufficio dell’organizzazione. Incontriamo in tale occasione altri Italiani presenti allla gara : 2 amici di Domodossola e 4 Liguri provenienti da Bargone dove ha sede il mitico Tregin Bike Bargone. Verso le 15:40, ad un’ora circa dalla partenza dei due ricognitori della parte bassa del percorso il telefonino del Presidente squilla : è Angel che dice “siamo sulla navetta per risalire, in basso è un disastro, c’è solo fango nel bosco pensa che per salire sulla navetta ci hanno lavato con la canna dell’acqua. Bruno cheBBBici esclama : fantastico. Alle 16:50 i due appaiono agli occhi degli altri del gruppo che li stanno aspettando davanti agli uffici dell’organizzazione e sembrano felici come dei bambini che hanno potuto giocare in spiaggia con la sabbia : il fango in questo caso.
A cena il racconto di questa ultima discesa assume i toni di un inferno. Angel ci racconta di quanti poveretti a visto spiaccicarsi nel bosco e di quanto sia peggiorato il percorso ora pieno di radici bagnate e fango dove la bici quasi deve essere portata a braccia. L’ultima ricognizione visiva delle 21:15 ci mostra un cielo sereno e sgombro di nuvole. Speriamo bene per domani, che il tempo ci assista. Tutti in camera per il meritato riposo, domani dobbiamo essere alla funivia entro le 07:20 per poter risalire. Pensate che i primi, con numerazione bassa, iniziano a salire alle 06:15 !!! Per fortuna noi siamo tra gli ultimi.
Sabato 29 luglio 2000 – La Megavalanche
Alle 06:00 la sveglia, colazione alle 06:40 già vestiti da tartarughe ninja e finalmente alle 07:20 partiamo con le nostre bici in direzione impianti di risalita. Angel sente già la pressione della gara e, durante la prima fila che ci aspetta alla prima stazione della funivia, cade già in trance agonistica. Dopo alcuni minuti iniziamo a salire in cabine che al massimo possono trasportare 8 bici e relativi bikers. Alla stazione di partenza del terzo troncone bisogna salire su una funivia con cabina unica molto più grande e le operazioni di carico, meno veloci delle prime stazioni, vengono accompagnate da addetti dell’organizzazione; con musica a tutto volume, fanno in modo che tutto si svolga il più rapidamente possibile.
Finalmente alle 08:45 siamo sul Pic Blanc (3330 mt.) dove dopo aver bevuto un the caldo, offerto dall’organizzazione, iniziamo i preparativi per la partenza. Il Team si divide : Angel, Bruno cheBBBici, Golden ShockWave boy e Marco decidono di partecipare in forma agonistica e chiuderanno la gara nel seguente ordine :
Maurizio II detto Angel in 364 posizione con un tempo di 2h o1′ 15"
Bruno detto Bruno cheBBBICI in 376 con un tempo di 2h 03′ 59"
Marco in 420 posizione con un tempo di 2h 09′ 48"
Andrea detto Golden ShockWave boy in 486 posizione con un tempo di 2h 24′ 30"
mentre Anfe, il Dr. Lecter ed io, il Presidente decidiamo per una partecipazione più turistica. Quindi decido di scattare delle foto della partenza che viene data con leggero ritardo alle 09:28. Il primo muro di neve ghiacciata si trasforma in una bolgia, dove ognuno si arrangia come può per scendere evitando gli altri ed evitando di essere investito da altri. Finalmente dopo circa 10 o 15 minuti riparto dopo gli scatti di prammatica.
Il primo muro viene superato senza grandi difficoltà e quindi sul Chemin de la cristallière prendo confidenza con la neve ghiacciata e con la velocità. Risultato a circa 50 km/h., dopo aver toccato leggermente la pinza del ProStop anteriore, prendo una facciata a dir poco impressionante. Mi rialzo, controllo la mia ShockWave, e riprendo con molta più cautela la discesa. Dopo 20 minuti dalla partenza siamo alla fine del ghiacciaio, i primi hanno già superato da più di 5 minuti l’Alpe d’Huez !!!
Anfe rimane leggermente attardato sulla pietraia e il Dr. Lecter decide di aspettarlo, io invece proseguo a ritmo blando per vedere di non affaticarmi troppo. So bene che la corsa è ancora lunga.
Al Sommet du télésiege de Chalet mi fermo per aspettare gli altri e Ale, uno dei ragazzi di Bargone, mi offre una mezza brioche che mi ridona un poco di forze. Grazie Ale. Finalmente arrivano gli altri : il Dr. Lecter ha bucato ed ha la catena quasi a pezzi. Dopo una breve riparazione decidiamo di proseguire ma la San Andreas del Dr. Lecter perde un bulloncino del supporto pinza freno posteriore e la catena cede definitivamente : per il povero Alberto è il ritiro.
Io ed Anfe lo abbandoniamo in Hotel e decidiamo di proseguire verso l’arrivo. Inizia il tratto di falsopiano in salita ed io ormai non ho più energie. Quando il sentiero inizia a scendere non ho nemmeno la forza di stare in piedi sui pedali e quindi tento di arrivare giù con i minori danni possibili. Anfe mi fa compagnia per la parte rimanente del percorso, senza dimenticarsi di farsi una sdraiata in un pratone come sua abitudine. All’inizio del bosco della Foret de Sardonie sono sempre più svuotato di energie ma stringo i denti e proseguo nel fango del single track. A 3 km. circa dall’arrivo, su uno degli ultimi strappi in salita che spaccano definitivamente le gambe dei concorrenti, Anfe, ormai certo che sopravvivrò anche questa volta, mi lascia al mio destino e prosegue veloce verso l’arrivo.
Io mi trascino verso la fine con le ultime energie mentali e fisiche e finalmente dopo 2h 44′ 36" taglio il traguardo in 539 posizione. Anfe ha chiuso in 528 posizione con un tempo di 2h 40′ 29".
Per dovere di cronaca ha vinto il francese Balaud Alex in 1h 00′ 39" seguito da Guincetre Olivier in 1h 01′ 25" e da Balaud William in 1h 01′ 31". Il vincitore della scorsa edizione, Dola Francois, è quarto in 1h o2′ 26" mentre lo scorso anno aveva vinto in 59′ 38", record ancora imbattuto.
Come potrete notare non ho scattato immagini della gara anche perché esse sono già impresse nella memoria di chi ha partecipato così come le emozioni che abbiamo provato e che permettono di dire a tutti i concorrenti : NOI C’ERAVAMO !!!
Ebbene si : la sera del 22 luglio 2000 la Bionda, alias Ezio il folle, ha compiuto i suoi primi 40, DICO 40 ANNI. Come si dice in questi casi, caro Ezio, da tutto il Team dei bastardi dentro : 100 di questi anni meravigliosi !!! Mega festa con circa 100 partecipanti in quel di Villatico di Colico. Buffet all’aperto con poche cose solide ma molti liquidi e non certo acqua minerale gasata !!! Risultato il biondo Ezio, con capelli viola per l’occasione, alle 10:00 era già piegato dall’alcol e devo dire che anche alcuni di noi si difendevano già bene. Ecco quindi spiegato il perché solo tre Italiani hanno potuto partecipare alla Red Bull Bike Attack, gara freeride che si svolgeva l’indomani sulle Alpi Svizzere e che quindi non ha visto, per quest’anno, la partecipazione del Team al completo. Prometto che per il prossimo anno saremo più numerosi. Eccovi, qui di seguito, il resoconto scritto da uno dei tre e più precisamente Alberto C. che, non avendo partecipato alla festa di Villatico, ha preferito partecipare alla gara che potrebbe essere riassunta nella seguente frase : week end sulle Alpi Svizzere per freerider purché buoni pedalatori.
Il posto è meraviglioso per trascorrere un fine settimana in alta montagna per gli amanti della MTB anche perché quante gare promettono una partenza in linea su un ghiacciaio a 3100 mt. di altitudine in una delle più belle vallate della Svizzera ? Nendaz luogo di ritrovo per questa gara si trova pochi chilometri dopo Sion raggiungibile da Milano dopo aver percorso il Passo del Sempione (autostrada A8 Milano Gravellona Toce seguire per Domodossola e quindi Simplon Pass). Dopo aver scollinato i circa 20 km di salita e gli altrettanti di discesa si prosegue per Briga e poi per Sion da qui le indicazioni per Nendaz che si trova a 1350 mt di altitudine a circa 20 km da Sion stessa. Non ci sono problemi di parcheggio per chi ha un camper nel piazzale antistante il centro sportivo altrimenti per chi ha bisogno di una stanza ci sono parecchi hotel nel paesino di Nendaz fornito anche di parecchie birrerie bar ed anche una discoteca….. Non bisogna farsi trarre in inganno dalla fotografia sulle locandine che pubblicizzano la gara (abbigliamento e bici da Downhill) in quanto dei 40 km di percorso ben una ventina sono da pedalare….alla faccia del dislivello di ben 2650 mt. Si può provare il percorso già il venerdi oppure il sabato (dal sabato pomeriggio con mezzi di trasporto a carico dell’ organizzazione compresi nel prezzo di iscrizione di 75 Sfr. altrimenti con mezzi propri venerdi e sabato mattina) ma per esperienza fatta dal sottoscritto insieme a due amici, Beppe e Renzo le parti da provare sono gli ultimi 10 km dove effettivamente ci sono i pezzi più impegnativi ma anche quelli più divertenti e quindi risparmiare le forze per la sola gara della domenica. Il percorso si snoda dal ghiacciaio lungo una discesa di terra battuta lunga qualche km e larga 3 o 4 mt. che non presenta particolari difficoltà se non le numerose curve a gomito che affrontate dai quasi 300 partecipanti che cercano di superarsi diventano abbastanza strette in virtù anche dei numerosi strapiombi da cui sono contornate…. Qualche km di single-track piuttosto facile senza eccessiva pendenza e una strada sterrata camionabile praticamente in pianura dalla vista incantevole ma lunga svariati km dove siamo stati superati da un centinaio di concorrenti che spingevano rapporti praticamente da strada ed al cui passaggio la ShockWave pedalata faticosamente dal sottoscritto sbandava per lo spostamento d’aria e si impolverava, faceva da preludio ad un ennesimo tratto denominato Le Bisse de Saxon un single track pedonale aperto solo in occasione della gara al passaggio delle bici lungo una decina di km di sali scendi pedalabile ma infinitamente lungo e pericoloso in quanto il lato sinistro era uno strapiombo di svariate decine di metri costellato di sassi, radici, buche, frane etc. Dopo questo supplizio per le nostre povere gambe e per il posteriore si entrava in alcuni tratti di sottobosco in discesa dove i veri freerider come noi, con bici da downhill, si buttavano a capofitto per cercare di recuperare il tempo perduto in pianura e dove i cross countristi prendevano la bici sulle spalle ed iniziavano a piedi il loro calvario ….. A questo punto un pratone con un salto artificiale e un folto pubblico che applaudiva era per noi l’inizio della nostra rivincita morale : da qui in poi la strada si faceva stretta e molto tecnica con curve e contro-curve con pendenze notevoli ed in alcuni casi al limite del ribaltamento che ci ha fatto quasi dimenticare la fatica dei precedenti km ma ormai l’arrivo era vicino e quindi con un tempo intorno alle 2h e 18 minuti passavamo sotto lo striscione della Red Bull, sponsor dell’iniziativa, che sanciva la fine della nostra prova. Per dovere di cronaca vi segnalo che: i primi Italiani all’arrivo erano Renzo, Beppe e Alberto nell’ordine (eravamo anche gli unici Italiani). Chissà perché noi Italiani andiamo all’estero solo per fare vacanze e non sfruttiamo questi grandi eventi, che si svolgono principalmente in territorio Francese e Svizzero, per coltivare la nostra passione per la bicicletta a ruote grasse. In ogni caso noi siamo già pronti per il prossimo evento : la Megavalanche dell’Alpe d’Huez che si svolgerà il prossimo week end. Una downhill marathon di circa 28 km. che partendo dai 3353 mt. del Pic Blanc ci permetterà di percorrere un dislivello negativo di circa 2800 mt. !!! Il primo ha tagliato il traguardo in 1h e 22 minuti, un tale di nome Wildhaber Renè : è la terza volta consecutiva che vince. L’ultimo concorrente è transitato sotto lo striscione dell’arrivo dopo 2h e 59 minuti.
Gita a carattere discesistico che segna la nascita di un Team diverso ma non per questo meno divertente
Questa è la cronaca di una giornata diversa : un’ uscita del Team con il solo scopo di fare downhill usando un magnifico impianto di risalita che permetta ad ognuno di noi più risalite possibili e le sette ShockWave della foto ne sono la testimonianza più evidente . Anche il Team, questa volta, è formato non dai soliti scapestrati ma da nuovi downhiller e freerider oltre ad alcuni di noi del gruppo storico. Per questo motivo chi Vi scrive non è la solita RedMoho, che come potrete scoprire alla fine del mio racconto non era tra i presenti, ma io : il Presidente.
Ma riprendiamo con calma. Ore 06:30 alcuni di noi si ritrovano, come d’abitudine, di fronte alla sede Pro-M mentre altri sono già in viaggio verso la metà : Scuol, Alta Engadina. La nuova metà è stata suggerita da Ezio, il biondo : ancora lui e già immagino come alcuni di Voi si domandino come abbiamo potuto ancora accettare suggerimenti dal biondo dopo le ultime esperienze. Forse la risposta sta in quel po’ di masochismo che in fondo esiste in ogni freerider. Infatti anche questa volta il problema, abilmente mascherato nella presentazione della meta dal nostro biondo e pazzo Ezio, si presenta subito durante il viaggio di andata che la solita piccola carovana, riunitasi durante una pausa caffè in quel di Chiavenna dove ci raggiungono i mitici Bonanomi Bros, scopre man mano che il tempo passa : i km. da percorrere sono solo 210 ma il tempo necessario per farli è vicino alle 4 ore e mezza !!! Morale quasi nove, dico nove, ore per fare qualche discesa in quel luogo, peraltro incantevole, che risponde al nome di Scuol. Maledetto Ezio hai colpito ancora; penso proprio che questa sarà l’ultima volta che ti daremo retta.
Durante la strada il tempo, bellissimo alla partenza da Milano, si fa sempre più cupo nonostante le quasi sempre infallibile previsioni della Svizzera, da me consultate sabato, ci davano un tempo sereno e privo di ogni pur breve precipitazione. Durante l’attraversamento di St. Moritz piove con buona intensità e Bruno cheBBBici, mio compagno di viaggio sul furgone della Pro-M, esclama la seguente frase : "Cristo dacci un po’ di sole che tanto a te non costa niente. Per te pioggia o sole è la stessa cosa" . Sembra che il messaggio abbia avuto il suo effetto poiché arrivati a Scuol, aver fatto colazione e incontrato gli altri partecipanti alla gita che si erano recati con i loro mezzi in loco improvvisamente la pioggia cessava e nel pomeriggio usciva anche un pallido sole. Degno di nota il fatto che il biondo è arrivato sin qua da Bolzano, dove si era recato a trovare un amico il sabato, a bordo della sua moto BMW R 1150 GS. Nell’attraversamento di un passo alpino ha persino incontrato dei fiocchi di neve : Lui è veramente unico !!!
Il gruppo è ormai al completo, ci contiamo : siamo in 12. Quasi tutte bardati con protezioni e casco integrale. Finalmente, ore 11:45 si inizia la prima risalita. Le cabine sono attrezzate con un gancio ed un incastro per la ruota delle biciclette ed i gentilissimi addetti Svizzeri provvedono alla movimentazione dei nostri mezzi con precisione Svizzera. Arrivati in cima sembra che il tempo non prometta niente di buono ma come per incanto quando usciamo dalla funivia smette di piovere. Inizia la prima discesa, il terreno è ancora inzuppato d’acqua ed alla prima contropendenza Dino, o Daino come ormai lo chiamano i componenti del Team, è già in terra ….. Nulla di grave, a turno quasi tutti ci sdraiamo nella prima discesa, persino il Bona fa una piccola scivolata nel fango che ricopre la stretta traccia della pista indicata come nera dai precisi Svizzeri. Morale ben 35 minuti di risate alle spalle del malcapitato di turno che ruzzola felice nel fango come un bambino gioca con la sabbia e finalmente siamo di nuovo alla partenza della funivia. Decidiamo di fare un’altra risalita prima della pausa pranzo e questa volta scendiamo per la più abbordabile pista blu, indicata come una pista per famiglie in gita turistica. In effetti và molto meglio di prima : la pista è facile e veloce, il terreno si sta rapidamente asciugando aiutato dal sole che nel frattempo ci sta riscaldando e la discesa diverte anche me che ho dato l’anima per stare in piedi nella prima anche a causa di gomme apprezzate e consigliatemi solo dal buon Dr. Lecter. Vero Alberto !
Finalmente il pranzo.
Il Bona si apparta con Vincenzo dietro ad una vetrata, causa l’aria ancora fredda, ed i due hanno uno sguardo ironico e divertito. Forse al Bona sorride l’idea di poterci meglio mostrare il suo valore durante il pomeriggio ? Gli altri sono invece seduti in altri tavoli all’aria mentre il biondo e Daino provano tutte le bici che capitano sotto alle loro mani. Durante il pranzo l’impaziente Bruno cheBBBici passeggia su e giù per la veranda del ristorante come un leone in gabbia. Lui non può perdere tempo per mangiare : lui vuole scendere sulla sua cheBBBici !!!
Si riparte. Io devo dare forfait appena mi rialzo dal tavolo. La mia gamba, già provata lo scorso week end dalla discesa del Bernina e da un incontro ravvicinato con un cavalletto di un motorino ….. (alcuni di Voi sanno a cosa mi riferisco) è paurosamente gonfia. Non c’è la faccio e mi ritiro con la mia gamba che sembra un salame sul furgone dove crollo in un sonno antidolorifico. Dopo poco iniziano ad arrivare i più provati dalle discese del pomeriggio : Gianangelo, Daino, Vincenzo, Loris ed Ezio. Il Bona, Angel, Alberto e Bruno cheBBBici continuano sino alle 17:15 . Finalmente arrivano : Bruno cheBBBici è felice come poche altre volte e dice "… mi sono divertito come un pazzo e poi il Bona era lì …" Chiedo conferma al Bona che esclama : Bruno è il numero 1, seguito da mio fratello Loris, Angel ad Alberto. Affinché abbiate chiaro chi è veramente il numero 1 vi dico che durante una discesa cronometrata il tempo del Bona è stato inferiore ai 7 minuti e 15 secondi !!!
Ricarichiamo le bici sui nostri mezzi e ripartiamo. La gamba mi pulsa all’inverosimile e mi obbliga a pigiare il piede sull’acceleratore del Ducato. Risultato in 3 ore e 15 minuti siamo di nuovo a Milano ma non chiedete a Bruno e Daino miei compagni di viaggio se erano più tranquilli durante le discese in bici o con me in furgone. La risposta sarebbe scontata.
Ci spiace per gli INFAMI che non c’erano…. Oggi elencati qui di seguito in ordine puramente alfabetico .
L’ELENCO DEGLI INFAMI:
Ed infine il resto del Team sconocchiato che è però giustificato dai vari medici dei vari pronto soccorso Lombardi. Auguri a tutti di pronta guarigione e quindi ….. a presto : senza fisico !!! A proposito domenica prossima marco visita anch’io . Appuntamento per la MEGAVALANCHE del 29 luglio e poi tutti in vacanza ma con le biciclette al seguito.
Bernina "per quest’anno", 45 km anzichè 70 causa tempo incerto. Sottotitolo: ….. E abbiamo avuto il nostro BOUNTY.
In questa atmosfera quasi bucolica c’è un che di surreale.
E’ domenica 2 luglio, normalmente il gruppo di balordi del pedale si ritrova al solito check-point davanti alla Pro-M. Ma questa è una domenica speciale, speciale perché alle 08,00 del mattino davanti al portone con l’adesivo ci sono solo IO. Dopo qualche minuto arriva Anfe e Mark (quest’ultimo per questa volta senza bici a scrocco).
Il padrone di casa (Presidente) a fare il portaborse al Bona ;
La Bionda ( Ezio ) a spaccare tutto con i B.B. (Bergum Boys) allla V.T.T. Freeride Classic – Vergognati !!!! tutta quella strada per rimanere senza freni;
Andrea a spasso fuori porta con la fidanzata………e si compra l’attacco corto senza accorgersi che di corto ha già qualche cosa d’altro..;
Luca a farsi le solite pere…..e si vede;
BBBruno a farsi le carte per vedere se il Kharma è dalla sua malgrado la corazza Ninja;
Donato & C. già partiti perché alle 13,00 sono pronte le melanzane alla parmigiana;
Dispensati dall’impegno i due sconocchiati del gruppo Cozza Amara e Ricky;
Alle 9:00 circa il Team si compatta, con il solito rito domenicale del ‘passaggio veloce’ del gruppo che parte dalla Pro-M davanti a Bicimania, e chi aspetta lì parte al volo e via, tutti insieme….
40 km. sotto la pioggia Cronaca di una giornata assai bagnata, ma fortunata….
Quando suona la sveglia sono le 6:10; ma il ticchettio che sento è un po’ troppo forte per essere il suo. Mi insospettisco. Tendo un orecchio. MALEDIZ…………. PIOVE!
Guardo dalla finestra: poca luce, cielo che non promette un granché. Se non promette qui, chissà al MALOIA…. Decido di usare la tecnologia. Accendo il COMPAQ portatile e mi collego alla rete, cerco un sito ‘METEO SVIZZERA’, sperando che il Presidente abbia prenotato il sole là, anziché qua. Precipitazioni delle 3:30: da 0.4 a 1mm/h su tutto il canton Ticino e Grigioni. Se l’ ha prenotato, deve avere risparmiato un po’ … chissà, magari dalle 9:00…. Alle 6:20 gli mando un SMS per conferma sul da farsi. Poi lo chiamo: risponde prontissimo "siamo in leggero ritardo, ma operativi". SI PARTE. E’ bello avere un Presidente così ottimista. Il gruppo si compatta verso Lissone. Si procede in una piccola e spedita colonna, in testa il furgone PRO-M con la dirigenza, Presidente e Vice-Presidente, e, ebbene si, non crederete alle vostre orecchie….. c’è anche il DANIELE MARNATI, il famoso chirurgo, noto stradista che dice di non amare la mountain bike e che trascinare è stato un abile e accorto lavoro di diplomazia….. Dietro, l’auto dello sherpa di turno, Daniele Tavazzi detto ‘Tafazzi’. Poi, il resto. Durante il tragitto piove che, se non la manda proprio Dio, è qualcuno che conta molto anche lui…. A Chiavenna sosta-caffè, presentazioni di chi non si conosce (ci sono 3 new entries!), paga il Presidente, perciò la solita sporca dozzina spazza il vassoio delle brioches, il conto è presidenziale…! Si riparte. Arriviamo a SILS, parcheggio. Ora comincia lo show. Preparazione mezzi, vestizione. PRONTI. PARTENZA. Pioviggina, ma non da fastidio. Il Gruppo, entusiasta, pedala. Foto al laghetto. Via di nuovo a pedalare. La pioggia aumenta di intensità. Dopo 19 km circa si arriva alla famosa Baita della famosa Torta al Rabarbaro con Zabaione. Inondiamo il locale in 14, bagnati e sporchi come se avessimo lavato una stalla, e l’odore c’è davvero grazie, come disserta il nostro Vice-Presidente, all’acqua mista a cacca di cavallo che le nostre nobili ruote non possono fare a meno di portarci in ‘fronte-retro’ nella solita riga del ciclista….naturalmente nessuno ha il parafango! In un attimo c’è un caos di giacche e maglie maleodoranti, caschi, zaini, camel-bak, e quant’altro…. Ci sediamo per un meritato spuntino, niente torta di rabarbaro perché siamo troppi e ce n’è troppo poca, prendiamo altre torte, qualcuno va più sul ‘concreto’, insomma, ci rifocilliamo ridendo e scherzando….Daniele Tavazzi da il meglio di sè nello show, ma tra tutti c’è un clima da camerata della caserma. Una signora tedesca mi bussa alle spalle e mi chiede garrula ‘com’è essere l’unica donna in un gruppone di uomini….’ Le rispondo gentile, e pure nella sua madrelingua, tanto lei l’italiano non lo parla di certo, che è ‘un sacco bello’; ci scambiamo ancora qualche battuta; sicuramente mi ha molto invidiata. Siamo pronti a rivestirci e ripartire. Quello che, la pioggia, la mandava la mattina presto, decide di mandarcela di nuovo, e come…. ma proprio oggi dovevi far vedere che sei uno che conta, accidenti…. Piove che è un piacere, perciò schizziamo sulle bici velocissimi giù per lo sterratone; dopo meno di 30 secondi siamo già coperti di fango. Dieci km di discesa dolce, poi inizia il falsopiano, salite, piano, discese, strappetti, strappotti, di nuovo piano, a via così per altri 11 km; abbiamo perso ANFE; a un certo punto, sto facendo l’ultimo strappo in asfalto barando con uno zig-zag da stradista consumato, quando lo vedo alle mie spalle che spunta. Per cercarci ha girato mezza Engadina, ormai conosce quasi tutti, cani compresi. Infine, l’arrivo alle macchine. Lazzi, scherzi e battute a non finire…. le nudità esposte, e in qualche caso fotografate, dall’indiavolato Tafazzi, che non molla più la iper-tecnologica macchina digitale del Presidente e alla fine si ruba anche il memory-stick per assicurarsi che le foto finiscano sul Web (cliccare nella PINACOTECA) anzichè subire la censura del Gran Capo…che ovviamente è, suo malgrado, tra i fotografati, pare, in costume adamitico. Riusciamo a somigliare di nuovo a esseri umani. Asciutti e soddisfatti, decidiamo per una sana merenda in un Crotto valtellinese, pane, salame, formaggio e vino… Il Tafazzi da di nuovo il meglio di sè (Daniele si esprime sempre meglio a stomaco pieno…); Gianfranco il vice-Presidente non è da meno e con la storia delle 9 bici ci fa sbellicare dalle risate…. ridiamo, facciamo i programmi futuri, poi è ora di ripartire… Ci spiace per gli INFAMI che non c’erano…. Perché anche oggi siamo tornati, per una giornata, tutti bambini…… L’ELENCO DEGLI INFAMI: – EZIO "La Bionda"; è in cima alla lista nera perché ha dato buca anche ieri al Mottarone (dico Mottarone!). Vacilla il suo posto in consiglio….ma soprattutto temiamo per la sua salute! Ezio, rassicuraci, please.. siamo in pena per te! – PAOLO detto "NED", il Mito n°1 del Presidente, pedala come un levriero… e sì che ha anche cambiato bici… – LUCA LANARI, sembra che lavorasse, ma nel dubbio, Luca, sei un infame lo stesso….. – DONATO, idem come per Luca Lanari…. Infine c’è un ASSENTE ma NON INFAME perchè giustificato: – RICKY detto "LA MUERTE", che, come direbbe Bruno CHEBBBICI, "un Karma oscuro e maligno ha costretto a una settimana di vacanza in Liguria e senza bici…"mi ha esternato la sua disperazione e gli ho detto "coraggio, una settimana passa presto…" RAGAZZI, quando la strada si fa dura, i duri si fan strada. E si bagnano, aggiunse Tavazzi. POST SCRIPTUM Questa dell’Elenco degli Infami è CHIARAMENTE solo una goliardata; in realtà, sappiamo che tutti, nel Team, vorrebbero uscire sempre, o molto spesso. Chi manca, manca a malincuore, e quando non c’è, un pezzettino del suo cuore è con chi sta ciclando. Ma si tratta di mantenere fede a scelte personali, tipo famiglia, figli, lavoro, etc., che meritano tutto il rispetto, e dimostrano che anche i bikers, pur essendo bambinoni, hanno buon senso…. Perciò, è chiaro che di Infami si parla solo per scherzo. L’ appartenenza al Team, del resto, non è un cartellino delle presenze da timbrare. Non è, insomma, una questione di numeri, ma di CUORE.